Oggi è in vigore ancora la quota 103, cioè la pensione anticipata flessibile introdotta per la prima volta dal primo gennaio 2023. La misura rischia però di non essere più prorogata nel 2025 sostituita come si dice da una nuova versione della pensione per quotisti. Una nuova prestazione che potrebbe partire dai 63 anni di età e non più dai 62 come oggi. Sembra infatti che qualcuno stia spingendo per portare a compimento il passaggio dalla quota 103 alla quota 104. La misura di oggi però non ha perso le possibilità di essere prorogata ulteriormente.

Perché come sempre accade quando è il momento di varare il pacchetto pensioni della Legge di Bilancio, l’esecutivo trova più facile prorogare vecchie misure che vararne di nuove. Ed anche in proiezione futura, la prossima manovra non farà eccezione. Ma la quota 103 che potrebbe tornare ai nastri di partenza nel 2025, non sarà certo quella che molti lavoratori sognano.

Una nuova pensione quota 103 nel 2025, ecco la soluzione migliore

La quota 103 nel 2024 è uscita penalizzata dalla Legge di Bilancio rispetto alla versione 2023. Ma anche con tutte le limitazioni è una prestazione che interessa molti nostri lettori. Che però, non senza vene polemiche, dimostrano come la prestazione sia poco flessibile.

“Buonasera, sono un lavoratore dipendente di 62 anni di età con 40 anni di contributi maturati lo scorso mese di febbraio. Se il governo ha deciso di cambiare le carte in tavola e quindi di cancellare la quota 103, io ne resterei escluso. Vi chiedo se secondo le vostre fonti, c’è qualcosa di nuovo e favorevole al sottoscritto che potrebbe apparire nel 2025.”

“Gentili esperti, ho 61 anni di età ma ho già superato i 41 anni di contributi versati. Non ho l’età idonea alla quota 103 e me ne rammarico. Mi chiedevo se l’anno venturo la misura resterà in vigore in modo tale che posso fissare la data di uscita dal lavoro al compimento dei miei 62 anni di età.

Purtroppo contesto il fatto che la misura non sia flessibile. Perché dovrebbe consentire di andare in pensione anche prima dei 62 anni per chi ha già più di 41 anni di contributi.”

La quota 103 oggi, ieri e domani

 

La quota 103 è una misura che si completa oggi come ieri, con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. Ma oggi ha delle penalizzazioni che ieri non c’erano. Si tratta di una misura che ha diverse limitazioni a partire dagli importi della prestazione che sono nettamente penalizzati rispetto a prima. La pensione con la quota 103 infatti è una misura che possono percepire soltanto i lavoratori che si trovano ad aver già completato 62 anni di età e 41 anni di contributi versati. Ma la misura è calcolata in base a delle severe limitazioni. In primo luogo non può essere superiore a quattro volte il trattamento minimo che nel 2024 è di circa 590 euro al mese. Va detto poi che la misura ha un’altra grande limitazione che è quella del calcolo contributivo della prestazione. In altri termini il lavoratore deve accettare di farsi calcolare la pensione con il sistema meno favorevole. Anche se avrebbe diritto al calcolo retributivo o misto. Infine, chi esce dal lavoro con la quota 103 non può lavorare e arrotondare la pensione con un reddito diverso da quello da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro di reddito annuo. Tutte limitazioni che rendono la misura piuttosto penalizzante.

La quota 103 è poco flessibile, ecco le combinazioni ammesse

La pensione con quota 103 oggi ha un’età minima piuttosto bassa per lasciare il lavoro ma ha una carriera lavorativa piuttosto elevata per poter sfruttare la misura. Infatti, 41 anni di contributi sono un vincolo che come ci dimostra uno dei due nostri lettori non permette a chi non lo raggiunge di poter accedere alla prestazione.

Anche se l’interessato ha un’età superiore a quella minima prevista per la misura. In termini pratici si tratta di una misura che è poco flessibile rispetto a come invece dovrebbe essere secondo molti lavoratori che aspirano ad una soluzione per andare in pensione prima dei requisiti ordinari per la vecchiaia o anticipata. Le combinazioni ammesse per la quota 103 sembrano davvero poche. Perché ammettono la quiescenza con una età variabile tra i 62 ed i 66 anni, visto che a 67 anni si prende la pensione di vecchiaia ordinaria. E per quanto riguarda la contribuzione, le combinazioni vanno dai 41 anni ai 41,10 anni per le donne o dai 41 anni ai 42,10 anni per gli uomini.

La pensione con quota 103 dovrebbe essere molto più elastica

La misura dovrebbe essere dotata di combinazioni maggiori, anche al di sotto delle soglie minime anagrafiche e contributive citate prima. Perché se un lavoratore raggiunge i 42 anni di contributi, dovrebbe poter uscire già a 61 anni di età. Perché la somma di 61 anni con 42 anni di versamenti, darebbe comunque 103. Ma dovrebbe essere ammessa anche la combinazione contraria. In pratica, chi ha 63 anni dovrebbe poter uscire con 40 anni di contributi per le stesse ragioni prima citate di completamento della giusta quota. E dovrebbe poter andare in pensione con la quota 103 anche chi si trova a 64 anni di età con 39 di contributi, oppure a 65 anni di età con 38 di contributi e così via. Questa è la soluzione migliore per una misura che tutti vorrebbero maggiormente flessibile.