Andare in pensione con Quota 103 è più conveniente al lavoratore privato rispetto a quello pubblico. Per chi non lo sapesse, infatti, vi è una penalizzazione fra una categoria di lavoratori e l’altra che riguarda sostanzialmente i tempi di decorrenza della pensione Inps. Differenza marcata che sta anche nella liquidazione della buonuscita.

Da più di dieci anni il trattamento di fine servizio (Tfs) rispetto al trattamento di fine rapporto (Tfr) è liquidato in tempi differenti. Il lavoratore dipendente privato lo ottiene subito dopo il termine del rapporto di lavoro.

Il lavoratore del pubblico impiego, invece, deve attendere come minimo 24 mesi da quando cessa il rapporto di lavoro per uscire con Quota 103. Anche la pensione, in caso di dimissioni dall’amministrazione scatta più tardi (finestra mobile).

Quota 103 per i dipendenti privati

Vediamo in dettaglio come funziona l’accesso a Quota 103 nel pubblico e nel privato. Il lavoratore pubblico che intende andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi e 62 di età deve attendere nove mesi prima di vedersi accreditare il primo rateo di pensione in banca o in posta. Un lasso di tempo che potrebbe diventare significativo se non si hanno disponibilità economiche alternative per coprire il periodo di vacanza previsto dalla finestra mobile. Nove mesi senza pensione né stipendio non sono pochi.

Per il lavoratore dipendente del settore privato le cose stanno decisamente meglio. Nonostante anche per costui esista la finestra mobile, il tempo di attesa fra la fine del rapporto di lavoro e la decorrenza della pensione è inferiore: 7 mesi. Un po’ meno rispetto agli statali. Ma, cosa importante, il periodo di vacanza può essere agevolmente coperto dalla disponibilità economica derivante della liquidazione (Tfr) che è pagata dal datore di lavoro con l’ultima busta paga.

Pensione anticipata e finestra mobile più lunga

Sicché le regole per andare in pensione anticipata con Quota 103 sono diverse e più vantaggiose per il lavoratore dipendente del settore privato.

A maggior ragione a partire da quest’anno. In base alla legge di bilancio 2024, per chi matura il diritto per Quota 103 entro il 31 dicembre i tempi di attesa della pensione si sono allungati. Occorrono 7 mesi per i lavoratori del settore privato e ben 9 mesi per quelli del pubblico impiego. Ciò significa dover aspettare ancora parecchio prima di vedere arrivare il primo rateo di pensione.

Volendo fare un esempio, per un lavoratore statale che a 63 anni raggiunge il requisito contributivo a giugno, la pensione partirà dal 1 aprile 2025. Per un lavoratore autonomo o dipendente del settore privato, che alla stessa data matura i 41 anni di contributi, si partirà dal 1 febbraio 2025. In questo senso, Quota 103 è una opportunità per qualcuno e una penalizzazione per qualcun altro.

La finestra mobile, di per sé, può essere agevolmente superata restando al lavoro più tempo, in attesa della decorrenza della pensione. Tuttavia è necessario presentare domanda di dimissioni, requisito fondamentale per ottenere Quota 103. In questo caso, però, non si uscirà più con 41 anni di contributi, ma con 41 anni e 7 mesi o 41 anni e 9 mesi se trattasi di lavoratore statale. Viene quindi spontaneo domandarsi se non conviene attendere di raggiungere la soglia dei 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) per ottenere la pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica e senza sottostare a vincoli di sorta.

Riassumendo…

  • La pensione con Quota 103 conviene più al lavoratore privato che a quello pubblico.
  • La finestra mobile costituisce un ostacolo a volte insormontabile in assenza di disponibilità economiche.
  • La buonuscita è liquidata 24 mesi dopo al dipendente statale e solo 1 mese dopo a quello privato.