Al fine di lavorare anche in proprio, un insegnante può aprire la partita IVA? La domanda è d’obbligo. In quanto quello dell’insegnante è un pubblico impiego. E quindi, rispetto ad un lavoratore del settore privato, possono esserci potenzialmente dei casi di incompatibilità.

Andiamo allora a vedere se un insegnante può davvero aprire la partita IVA. O se invece il docente, oltre alla didattica, non può svolgere anche l’attività in proprio. Al riguardo c’è da dire, prima di tutto, che quella dell’insegnante è un’attività da svolgere in via esclusiva.

Pur tuttavia, con il via libera da parte del dirigente scolastico, l’insegnante può in realtà anche esercitare le libere professioni. Ma attenendosi comunque a delle regole che sono stringenti. Vediamo quali nel dettaglio.

Un insegnante può aprire la partita IVA? Ecco tutti i chiarimenti e quando si può fare. E quando invece no

Nel dettaglio, ottenuto il via libera da parte del dirigente scolastico, un insegnante può lavorare anche in proprio ma patto che l’attività svolta non sia in conflitto con quella di docente. Quindi, per esempio, tra le attività in proprio che sono categoricamente escluse c’è quella di andare ad impartire le lezioni private. Ad alunni che sono appartenenti allo stesso istituto scolastico.

Inoltre, un insegnante può aprire la partita IVA, ottenuto il via libera da parte del dirigente scolastico, se e solo se l’attività da svolgere in proprio non presenta delle sovrapposizioni di orario. Rispetto all’incarico da docente.

Quando un docente non può invece esercitare attività in proprio

Detto questo, un insegnante non può in ogni caso aprire la partita IVA al fine di svolgere e di esercitare attività di natura commerciale, industriale e professionale. Così come, in linea generale, un insegnante non può accettare di ricoprire delle cariche in società che sono state costituite con il fine di lucro.

Off-limits, per un insegnante, è inoltre quello di insegnare a scuola e di avere, nello stesso tempo, un altro rapporto di impiego pubblico.