“Per rendere un uomo felice, riempi le sue mani di lavoro, il suo cuore di affetto, la sua mente con uno scopo, la sua memoria con conoscenze utili, il suo futuro di speranza, e il suo stomaco di cibo“, affermava Frederick E. Crane. Tutti elementi fondamentali nella vita di ogni essere umano, per sentirsi parte integrante di una società e ricoprire un ruolo attivo nella crescita dell’economia del proprio Paese.

Non sempre, però, complice la crisi economica in atto, si riesce a garantire a tutti un posto di lavoro e un piatto caldo a tavola.

Un contesto difficile, quello in cui viviamo, che richiede l’intervento da parte del governo attraverso l’attuazione di misure ad hoc. Un intervento richiesto a gran voce dai percettori del reddito di cittadinanza che fra qualche mese dovranno dire addio a tale sussidio. Ecco cosa c’è da aspettarsi.

Manovra 2023, come cambia il sussidio targato Movimento 5 Stelle

Grazie alla Legge di Bilancio l’esecutivo Meloni ha introdotto delle importanti modifiche al reddito di cittadinanza. Entrando nei dettagli, stando a quanto previsto dall’articolo 1, comma 313 della legge numero 197 del 29 dicembre 2022, pubblicata in Gazzetta Ufficiale:

“Nelle more di un’organica riforma delle misure di sostegno alla povertà e di inclusione attiva, dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 la misura del reddito di cittadinanza di cui agli articoli da 1 a 13 del decreto – legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, è riconosciuta nel limite massimo di 7 mensilità“.

La Manovra 2023, quindi, ha ridotto il numero di mensilità erogate a favore dei cosiddetti occupabili, ovvero coloro che sono in grado di lavorare. Quest’ultimi devono inoltre frequentare un corso di formazione per la durata pari almeno a sei mesi, pena perdita della misura. Sono esclusi da tale obbligo le famiglie con all’interno soggetti disabili, minori e over 60. Quest’ultimi potranno beneficiare del pagamento del reddito di cittadinanza per tutto il 2023.

Il 2024, invece, passerà alla storia come l’anno dell’addio definitivo dell’Italia al reddito di cittadinanza.

Tra 6 mesi addio al reddito di cittadinanza e per chi cerca lavoro tutto tace

Vista la riduzione del numero di mensilità erogate a favore dei cosiddetti occupabili, fra circa sei mesi molte persone si ritroveranno a non poter più far conto sul reddito di cittadinanza. Una decisione che finirà, inevitabilmente, per cambiare le loro vite. La volontà del Governo è quella di spingere le persone a trovare un lavoro, piuttosto che restare a casa mentre l’Inps provvede ogni mese a ricaricare la loro card con i soldi versati dagli altri contribuenti.

Per questo è stato assicurato che verrà garantito un valido supporto a tutti gli occupabili, magari attraverso percorsi di accompagnamento al lavoro e attività formative. Al momento, però, sembra tutto fermo. Non è stato previsto ancora alcun piano concreto per permettere alle tante persone che perderanno il sussidio di riuscire a inserirsi nel mondo del lavoro.

Il tempo però stringe e per questo motivo il Governo dovrà mettersi all’opera nel breve periodo per riuscire a mettere in atto tutte quelle misure necessarie a garantire un valido supporto alle persone economicamente più in difficoltà che fra un po’ non potranno nemmeno beneficiare del reddito di cittadinanza.