Il TFS, trattamento di fine servizio o comunemente chiamata “Buonuscita” per i dipendenti pubblici è motivo di forte discussione, analizziamo i tempi di pagamento del TFS dopo la domanda di pensione, quali prospettive sono state inserite con l’anticipo fino a 45mila euro. Rispondiamo anche ad un quesito di una nostra lettrice, dipendente pubblica che si appresta alla domanda di pensione anticipata Opzione donna prorogata nel 2019.

Pensione Opzione donna 2019 e TFS: il quesito

Buongiorno, sono una dipendente pubblica (Comune), che il 9 aprile farà la richiesta di pensionamento con OPZIONE DONNA. Chiedevo cortesemente, per quanto riguarda il mio TFS, quale sarà la tempistica, nel mio caso, per percepire il trattamento di fine servizio. Grazie mille e cordiali saluti.

TFS: pagamento a rate

La buonuscita o TFR per i dipendenti pubblici è corrisposta con diverse modalità in base all’importo che hanno maturato.

La normativa in vigore dal 2014, stabilisce che il pagamento avvenga in un’unica soluzione se l’importo non supera i cinquantamila euro, in due rati se l’importo da corrispondere è superiore a cinquantamila e inferiore a centomila euro;  in tre rate se l’importo è superiore a centomila euro. Questa non è l’unica novità, in quanto i dipendenti del pubblico impiego dovranno attendere per avere la loro tanto attesa buonuscita. Infatti, oltre alle tre modalità in base all’importo, è prevista anche una tempistica diversa: in un tempo breve di 105 giorni per cessazione dal lavoro per inabilità; 12 mesi per pensionamento d’ufficio; 24 mesi per la cessazione del rapporto di lavoro nelle altre casistiche.

Se il pagamento del TFR o TFS viene erogato in ritardo, sono dovuti gli interessi di mora.

Anticipo TFS per i dipendenti pubblici, le novità

Il Dlgs n. 4/2019 del 28 gennaio 2019, che prevede la Riforma pensione e il reddito di cittadinanza, ha inserito anche la possibilità per i dipendenti pubblici di poter chiedere l’anticipo TFS o TFR fino a 45mila euro.

Il decreto prevede, che accedendo alla pensione in qualsiasi forma: quota 100, pensione anticipata, Opzione donna, pensione di vecchiaia, ecc., è possibile accedere alla richiesta di finanziamento per un tetto massimo di 45.000. Inizialmente il decreto riportava che il tetto massimo richiedibile era di 30mila euro, poi con un emendamento è stato innalzato a 45mila euro.

Il finanziamento avviene tramite le banche o gli intermediari finanziari, che stipuleranno un apposito accordo quadro tra ABI, enti e Ministeri interessati. Il finanziamento viene garantito dallo Stato tramite la creazione di un apposito fondo di Garanzia gestito dall’Inps.

Per aderire bisogna attendere che l’Inps pubblichi le modalità attuative.

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