Come ogni anno in occasione della discussione della legge di bilancio si torna a parlare di tasse di successione. Un capitolo molto delicato che interessa quasi tutte le famiglie italiane. Da tempo si discute se innalzare il livello delle imposte successorie che nel nostro Paese sono fra le più basse d’Europa. Ma a oggi nulla è stato finora fatto.

La manovra finanziaria esclude anche per il prossimo anno interventi fiscali sulle aliquote e sulle imposte legate alla successione dei patrimoni.

Nonostante l’aumento dell’inflazione e le esigenze di bilancio, il governo non intende aumentare la pressione fiscale in questo senso. Ma come funzionano le tasse di successione, quanto si paga in Italia e chi è esente? Facciamo un breve riepilogo.

La dichiarazione di successione

La dichiarazione di successione dei beni del defunto è un adempimento obbligatorio in capo agli eredi. Sia che accettino, sia che rifiutino la devoluzione del patrimonio. E’ una dichiarazione fiscale a tutti gli effetti che si deve fare entro 12 mesi dalla scomparsa del de cuius all’Agenzia delle Entrate in via autonoma o tramite professionisti abilitati. In caso di omessa dichiarazione si va incontro a sanzioni pecuniarie anche onerose.

Si è esclusi dall’obbligo di presentare la dichiarazione di successione solo se il patrimonio del defunto ha un valore inferiore a 100.000 euro e non vi sono beni immobili o diritti su di essi. Nel caso della presenza di più eredi, si può fare una sola dichiarazione univoca per tutti nel rispetto delle quote previste dalla legge ed eventualmente in base a quanto stabilito in via testamentaria.

Imposte erariali da versare

E veniamo alle tasse da versare all’erario per la successione. La legge stabilisce chiaramente come si calcolano le imposte in base al grado di parentela degli eredi. Esse sono rappresentate dalle seguenti aliquote:

  • 4% per i parenti in linea retta e il coniuge sopra 1 milione di euro di valore complessivo;
  • 6% per i fratelli e le sorelle, sopra i 100. 000 euro di valore dei beni;
  • 6% per gli altri parenti senza alcuna franchigia;
  • 8% per tutti gli altri soggetti senza alcuna franchigia.

Queste imposte, debitamente calcolate in base ai valori dei beni oggetto di successione, devono essere versate all’Agenzia delle Entrate al momento della presentazione della dichiarazione.

E’ possibile chiedere il pagamento rateale se l’importo supera i 1.000 euro.

Imposte catastali

Oltre alle imposte di cui sopra, occorre versare anche alcuni piccoli balzelli per tributi erariali e imposte di bollo. Ma quello che più incide sono le imposte catastali e ipotecarie se vi sono beni immobili da trascrivere. Ebbene queste si suddividono come segue:

  • 2% del valore dell’immobile quale imposte ipotecaria
  • 1% del valore dell’immobile quale imposta catastale

Qualora si tratti di prima casa, entrambe le voci si riducono a una imposta fissa di 200 euro.

Titoli di Stato e successione

Si ricorda che i titoli di Stato sono esclusi dalle imposte di successione. Pertanto non devono essere dichiarati al momento della presentazione della richiesta all’Agenzia delle Entrate.

Le banche, al momento della redazione delle certificazioni di possesso dei titoli del defunto, indicano le dovute esenzioni. L’indicazione dei titoli di Stato nella dichiarazione di successione non è nemmeno utile ai fini dello “sblocco” dei dossier bancari intestati al defunto.

Riassumendo…

  • Nessun aumento previsto delle tasse di successione per il 2024.
  • La dichiarazione di successione è un atto obbligatorio da fare entro 12 mesi dall’evento.
  • Le imposte di successione cambiano in base al grado di parentela degli eredi.
  • I titoli di Stato sono esclusi dalla successione ai fini fiscalmente imponibili.