Tra le misure contenute nella legge che delega il Governo a dare il via alla riforma fiscale, c’è quella che interessa la modifica dello Statuto del Contribuente. Si è deciso, ad esempio, introdurre la tassa sugli interpelli e l’intelligenza artificiale nel fare richieste di chiarimenti all’Agenzia Entrate.

L’interpello, ricordiamo, è un diritto riconosciuto al contribuente. Si tratta della possibilità di chiedere (oggi gratuitamente) un parere dell’Agenzia delle Entrate sulla correttezza o meno di un determinato comportamento. Oppure sull’interpretazione di una certa disposizione fiscale.

Il contribuente fa la domanda all’Agenzia Entrate la quale poi, entro 90 o 120 giorni al massimo, fornisce la sua risposta.

È uno strumento molto utile, in quanto permette di conoscere preventivamente se un certo comportamento sia corretto o meno sulla base di quella norma di legge. Permette, quindi, di evitare di sbagliare verso il fisco. Ad esempio, si può chiedere all’Agenzia se un tipo di vendita è soggetto ad aliquota IVA del 10% o 22% oppure se un determinato tipo di lavoro sulla casa rientra o meno in uno specifico bonus casa.

Una tassa sugli interpelli: l’Agenzia Entrate a pagamento

Come anticipato, a oggi formulare l’interpello all’Agenzia Entrate è gratis. L’Agenzia risponde in modo del tutto gratuito.

Con la riforma fiscale, invece, le cose cambieranno. Arriva la tassa sugli interpelli. Un contributo che varierà in funzione di due fattori, quali:

  • la tipologia di contribuente che formula la richiesta;
  • il valore della questione.

Sul primo punto è abbastanza facile capire a cosa si vuole riferire il legislatore. La tassa sarà diversa a seconda che l’interpello sia fatto, ad esempio, da una ditta individuale, da una società, da un consorzio, da una persona fisica senza partita IVA, ecc.

Sul secondo punto, invece, ci sarà da definire il criterio per l’individuazione del “valore della questione”. È presumibile pensare che la cosa si riferisca non al valore in termini di “euro” ma al valore in termini di tempo necessario per la risoluzione del quesito.

Un interpello che richiede un richiamo di normativa e di prassi minore rispetto a quello che richiede un richiamo maggiore, potranno avere costi diversi.

Entra in gioco anche l’intelligenza artificiale

La tassa sugli interpelli, spiega il testo della legge delega per la riforma fiscale, servirà a finanziarie la specializzazione e la formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali. Una formazione che dovrà essere intensificata e rafforzata.

Non solo tassa sugli interpelli. La legge delega, infatti, stabilisce altresì che la presentazione dell’interpello da parte di persone fisiche e contribuenti minori potrà farsi solo dopo aver verificato l’impossibilità di ottenere risposte scritte mediante servizi di interlocuzione rapide, realizzati attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale.

Insomma, bisogna prima interagire con dei robot e se poi il robot non sarà in grado di dare risposta, si potrà formulare l’istanza di interpello.