Da tempo non si parlava di spese, costi e tasse così tanto come in questo momento storico in cui i portafogli degli italiani tremano talmente forte da poterne misurare l’instabilità sulla scala Mercalli. In questo sconfortante panorama si inseriscono anche le temute novità sulla TARI, la tassa sui rifiuti che i Comuni incassano per finanziare e mantenere operativi i servizi di igiene urbana. Introdotta il 27 dicembre 2013 dal governo Letta con la legge di stabilità per il 2014, ha sostituito le precedenti Tariffa di igiene ambientale (TIA), Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) e Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).

È un’imposta che deve pagare chiunque possieda o detenga locali o aree scoperte che producono rifiuti urbani a prescindere dall’utilizzo che ne viene fatto. Ebbene, i cambiamenti in arrivo per la TARI tranquillizzeranno anche gli utenti più spaventati: sono studiati per facilitare il pagamento e anche per migliorare il servizio dei Comuni stessi alzando l’asticella della qualità.

Nel 2023 avremo infatti a che fare con i nuovi obblighi imposti da Arera, ovvero l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, studiati ad hoc per tentare di rendere più efficiente la gestione del ciclo dei rifiuti.

Cosa cambia per i comuni nel corso del 2023

Prima di capire cosa cambi per gli utenti finali con la TARI 2023, scopriamo quali sono i nuovi obblighi per i Comuni secondo il piano di Arera. Dovranno prima di tutto assicurare regolarità, continuità e sicurezza del servizio. Per quanto riguarda la qualità, i punti caldi sono:

  • una migliore gestione delle richieste di attivazione, variazione e cessazione del servizio;
  • una migliore gestione dei reclami, delle richieste di informazioni e di rettifica degli importi addebitati;
  • nuove modalità e periodicità di pagamento, la rateizzazione e il rimborso degli importi non dovuti;
  • la possibilità di ritiro dei rifiuti su chiamata ove non era ancora previsto;
  • la risoluzione di disservizi e riparazione delle attrezzature per la raccolta domiciliare.

Novità sulla TARI 2023: un occhio vigile sulla situazione di crisi

La situazione di crisi, tra aumento dei costi per tutti i beni primari e caro bollette che fa schizzare i costi dell’energia alle stelle, è ben chiara.

Il panorama è desolante: sono sempre di più le famiglie che faticano a confrontarsi con l’impennata costante dei prezzi. Si contano già i primi condomini con luce e gas staccati per morosità.

Insomma, impossibile ignorare una bomba pronta a esplodere e le novità riguardo alla TARI 2023 ne tengono conto, cercando allo stesso tempo di migliorare la qualità del servizio, ma anche della comunicazione tra clienti ed ente pubblico che lo offre. Per quanto riguarda i pagamenti, infatti, il nuovo piano dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente prevede un piano straordinario di dilazione.

Grazie a quest’ultimo, saranno i comuni stessi a garantire al cittadino la possibilità di una maggiore rateizzazione in due casi:

  • per rate di importo minimo pari a 100 euro;
  • se le rate superano del 30% il valore medio degli ultimi due anni.

Questa possibilità di ulteriore dilazione è rivolta ad alcune specifiche categorie di cittadini:

  • per gli utenti che affrontano comprovate condizioni economiche disagiate che verranno stabilite con criteri specifici per ogni comune;
  • per chi beneficia del bonus sociale previsto per i settori elettrico, gas e idrico.

Risposte ai reclami in caso di errori

I nuovi obblighi legati alla TARI per il 2023 prevedono che, in caso di importi erronei o di reclami da parte del cittadino, quest’ultimo riceva risposta entro i 30 giorni lavorativi, con uno spostamento del limite a 60 giorni lavorativi per il controllo del bollettino e la rettifica delle somme addebitate. Il rimborso, una volta accertato l’addebito non corretto, deve essere effettuato entro 120 giorni.