Si avvicina la riforma pensioni. O meglio ciò che dovrà evitare lo scalone di cinque anni previsti dalla Fornero con la fine di quota 100. Il governo ha fatto sapere che non intende e non può concedere ulteriori proroghe al pensionamento con 62 anni di età.

Così nel 2022 si andrà quasi sicuramente in pensione a 64 anni, con uno scalino di due rispetto a quota 100. Il nuovo strumento pensioni anticipate si chiama quota 102 e prevede, oltre all’età, il versamento di almeno 38 anni di contributi.

Ancora da vedere se poi detta quota salirà o meno a 66 anni a partire dal 2024 (quota 104).

Pensioni: Quota 102 penalizzerà chi ha meno di 57 anni

La nuova soglia di pensioni a 64 anni, però, accoglierà solo poche migliaia di lavoratori a partire dal 2022. Si tratta di coloro che per poco non riescono entro quest’anno a raggiungere quota 100.

Secondo le stime dei sindacati, però, saranno in tutto circa 10 mila i lavoratori che potranno accedere a quota 102 il prossimo anno. Un numero veramente basso rispetto a quanto si è visto finora con quota 100.

Questo perché, il sistema così concepito dall’esecutivo taglia fuori i nati negli anni 60. E in particolare chi avrà nel 2022 meno di 57 anni di età. A conti fatti, questi lavoratori, con quota 102, non riuscirebbero a rispettare i requisiti anagrafici e contributivi previsti entro il 2024. Cioè 64 anni di età e almeno 38 di contributi. Per fare un esempio, un lavoratore nato nel 1961, maturerebbe i 64 anni solo nel 2025.

Per i nati negli anni 60 ci sarà la Fornero

Ma nel 2025, secondo la riforma proposta da Draghi, serviranno 66 anni per andare in pensione (quota 104, dal 2024 al 2026). E così il lavoratore dovrà attendere che passino altri due anni  per andare in pensione, cioè nel 2027. Quando i requisiti anagrafici coincideranno con quelli .

In questo senso i lavoratori nati negli anni 60 sono destinati a pagare il conto di una riforma che è già stata osteggiata da Lega e sindacati.

Ai nati negli anni 60 potrebbe quindi accadere, per effetto trascinamento previsto dalle quote progressive, quello che è accaduto ai nati nel 1953 dopo la riforma Fornero.

La riforma così studiata dal governo (quota 102 e poi 104 a partire dal 2024) prevede uno slittamento più o meno velato verso i requisiti previsti dal pensionamento ordinario di vecchiaia. La così detta Fornero: in pensione 67 anni o forse più. Per i nati negli anni 6 sarebbe una vera e propria fregatura.