Dopo la rottura del tavolo coi sindacati sulla riforma pensioni, il governo prende tempo. Il Consiglio dei Ministri sembra orientato a confermare quota 102, ma solo per un anno. Poi si vedrà.

Questo per dare modo alla maggioranza e alle parti sociali di intavolare un più ampio confronto su una riforma duratura e sostenibile del sistema pensionistico. Quello che, insomma, doveva già essere stato fatto durante l’anno che sta per finire.

Confermata quota 102 ma solo per un anno

Arrivare sempre all’ultimo momento a discutere di riforme importanti, come quella delle pensioni, non è stato proficuo per nessuno.

Nemmeno per il governo Draghi. Stretto fra esigenze di bilancio e diktat provenienti da Bruxelles da una parte, e fra partiti e sindacati dall’altra.

Quindi, riepilogando, quota 100 che scade a fine anno sarà sostituita dal quota 102. Così l’Europa è contenta e vede sparire quota 100. Ma solo per 12 mesi. Il tempo necessario per discutere e progettare una riforma pensioni più flessibile e sostenibile nel tempo.

La legge di bilancio conterrà quindi la possibilità di andare in pensione nel 2022 con 64 anni di età e 38 di contributi. Due anni di età in più rispetto a quanto previsto da quota 100. Cosa che non penalizzerà più di tanto coloro che per un mese, un settimana o forse un solo giorno non maturano i requisiti per quota 100 entro il 31 dicembre 2021.

Riforma pensioni rinviata a tempi migliori

Tutti d’accordo? Sembra di sì. In perfetto stile italiano si rinvia a tempi migliori la discussione di importanti riforme economiche. E soprattutto si rimanda la discussione a un nuovo governo e a una nuova legislatura. Non dimentichiamo infatti che nel 2022 ci sarà l’elezione del Presidente della Repubblica e l’anno dopo le elezioni politiche.

In questo contesto nessuno sembra voglia assumersi responsabilità o sporcarsi le mani con riforme impopolari, come accadde nel 2011 col governo Monti e la riforma pensioni Fornero.

Intanto, però, il tempo passa e, in assenza di interventi strutturali, il rischio che si arrivi a riforme impopolari sulle pensioni aumenta.

Fra le altre riforme in discussione sulle pensioni, pare che Opzione Donna sarà riconfermata anche nel 2022, ma forse con qualche ritocco sui requisiti anagrafici. Così come Ape Sociale che vedrà però l’allargamento della platea dei beneficiari per quanto riguarda i lavoratori usuranti.