Dopo il bollettino da Covid-19 arriva il bollettino supebonus. Ormai siamo ad una novità al giorno. E ad essere nell’incertezza restano cittadini, imprese e tutti gli altri operatori coinvolti nella super detrazione fiscale.

Solo a pensare ci si rinuncia. Doversi cimentare in una normativa complessa e ingrovigliata dove non si capisce nemmeno più chi fa cosa e come muoversi per farla, spaventa proprietari di immobili, imprese che devono fare i lavori e banche.

L’ultima news potrebbe essere quella inserita nel testo del decreto Aiuti quater di cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

In conferenza stampa dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia, Meloni, già annunciò la riduzione dal 110% al 90% dello sgravio fiscale per le spese sostenute nel 2023 a fronte di lavori fatti sul condominio e sulle villette bifamiliari.

Allo stesso tempo annunciava la riapertura anche per le villette unifamiliari, dicendo che il 110 spetterà ancora per le spese fatte entro il 31 marzo 2023 a condizione che entro il 30 settembre 2022 sia stato raggiunto un SAL di almeno il 30%.

Infine, il premier anticipava altresì la notizia secondo cui il superbonus spetterà anche sulle spese fatte entro il 31 dicembre 2023 per lavori sulla casa adibita ad abitazione principale ed a condizione che il quoziente reddituale familiare non superi 15.000 euro.

L’ultima novità per il superbonus

Ora nel testo definitivo che verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto Aiuti quater potrebbe stabilire ancora un’altra novità. Ossia la possibilità per il cessionario (vale a dire chi acquisisce il credito derivante dalla cessione) di spalmarne il suo utilizzo in 10 quote annuali invece che in 4 (o 5).

Per capire la portata di questa news occorre ricordare che il superbonus (come nato) si sostanzia in una detrazione fiscale del 110% su spese fatte a fronte dei c.d. lavori trainanti e trainati. Lo sgravio fiscale è ripartito in 4 quota annuali di pari importo (oppure 5 quote se trattasi di spesa fatte prima del 2022).

Tuttavia, in luogo della detrazione, il committente può optare per:

  • lo sconto in fattura, concesso dall’impresa che fa i lavori. Quest’ultima a fronte dello sconto matura un credito d’imposta pari proprio alla detrazione fiscale (110%) che può utilizzare in compensazione oppure cedere a terzi
  • oppure per la cessione del credito a terzi, inclusa l’impresa che fa i lavori. Chi acquista il credito può utilizzarlo in compensazione oppure cederlo.

Come cambierebbe la cessione del credito

Il cessionario, ossia chi acquista il credito lo utilizza nelle stesse quote previste per la detrazione (quindi, quattro quote annuali di pari importo oppure cinque a seconda dell’anno a cui la spesa si riferisce).

Ed è qui che il decreto Aiuti quater prevedrebbe la novità. Spalmare il credito, a scelta del cessionario, in 10 quote annuali. Tali quote rappresenterebbero il massimo, con possibilità, quindi, per il cessionario di scegliere anche un numero più basso. La cosa però interesserebbe solo le pratiche perfezionate entro il 10 novembre 2022.

La misura, se si farà, permetterebbe di allineare il superbonus agli altri bonus casa (bonus ristrutturazione, bonus facciate, ecc.) per i quali già è regola ordinaria il recupero decennale. Ciò permetterebbe di sbloccare i cassetti fiscali intasati da crediti che i cessionari non accettano avendo raggiunto già il plafond di imposte compensabili. Insomma è un tentativo del governo per sbloccare le pratiche di cessione del credito ferme.

Ad ogni modo per avere certezza di questa nuova misura bisogna aspettare il testo definitivo del decreto Aiuti quater che potrebbe essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale già nella serata di oggi, 18 novembre 2022.