Lo stop alla cessione del credito  è stato dettato dalle preoccupazioni del Governo circa l’impatto dell’opzione sul debito pubblico. Anche se secondo Eurostat, cessione del credito e sconto in fattura incidono sul deficit (differenza tra entrate e uscite statali), ma non sul debito pubblico.

La decisione di dire addio alla cessione dei crediti edilizi, è legata anche alle numerose truffe messe in atto ai danni delle casse dello Stato; tuttavia, un quadro ben preciso può essere ricavato dal report pubblicato dall’Agenzia delle entrate che ha fornito dati importanti anche per quanto riguarda le truffe 110 e altri bonus edilizi.

La realtà non è così catastrofica come invece si vuole far credere ai contribuenti.

Vediamo nello specifico i dati analizzati dal Fisco.

Lo stop alla cessione del credito

Dall’Agenzia delle entrate fanno sapere che, come da report sopra citato, nel 2022, grazie all’attività complessiva di contrasto all’evasione svolta da Agenzia delle entrate e Agenzia delle entrate-Riscossione, sono stati riportati nelle casse dello Stato più di 20,2 miliardi di euro, il dato più alto di sempre. Di questi, 19 derivano dai controlli ordinari: si tratta di un risultato record, che supera di 2,2 miliardi (+13%) i 16,8 miliardi recuperati nel 2019. Oltre alle “maggiori entrate” derivanti dai controlli l’Agenzia delle entrate ha assicurato “minori uscite” a carico del bilancio dello Stato grazie alle analisi di rischio e alle attività anti-frode, per un totale di 9,5 miliardi di euro tra crediti, bonus e rimborsi bloccati nei vari settori di indagine. In particolare, spiccano i falsi crediti da bonus edilizi, stoppati in sinergia con la Guardia di finanza.

I dati dell’Agenzia delle entrate sulle truffe 110 e altri bonus edilizi

Soffermandosi sulle truffe che riguardano il 110 e altri bonus, viene fuori che:

  • il blocco preventivo dei crediti edilizi(analisi cessioni) ha riguardato un totale di bonus pari a 6,3 mld di euro;
  • lo scarto delle cessione dei crediti agevolati (introduzione del controllo preventivo delle comunicazioni di cessione dei crediti agevolativi (Decreto Anti-frodi), 2,1 mld di euro;
  • le indebite compensazioni (individuazione di crediti fittizi destinati ad indebito utilizzo) ammontano a 0,9 mld di euro.

Nel complesso, la situazione non è così drammatica; le ragioni dello stop sono da ricercare altrove; come detto in premessa, lo stop alla cessione del credito  è stata dettata dalle preoccupazioni del Governo circa l’impatto dell’opzione sul debito pubblico.

Anche se secondo Eurostat, cessione del credito e sconto in fattura, incidono sul deficit (differenza tra entrate e uscite statali), ma non sul debito pubblico.

Anche qui però, ci sarebbe da discutere, la speranza è che alla fine il tavolo tecnico avviato dal Governo porti alla riattivazione della cessione del credito e dello sconto in fattura almeno per gli incapienti.