Un paradosso della vita lavorativa è che la stessa realtà può essere percepita da una persona come una devastante minaccia, e da un’altra come uno stimolo corroborante“, afferma Daniel Goleman. Non tutti abbiamo la stessa percezione delle cose. Quello che piace ad una persona può non piacere ad un’altra e viceversa. Una situazione che si registra in diversi ambiti, compreso il mondo del lavoro. Non tutte le attività sono uguali, così come non lo sono nemmeno i lavoratori e gli stipendi.

Proprio quest’ultimi possono differire in base all’azienda di appartenenza, al luogo e all’esperienza. In ogni caso si tratta di un diritto e di un dovere che permette di portare a casa il denaro necessario ad acquistare ciò che è in grado di soddisfare i nostri bisogni. Questo avviene almeno in teoria! Nella pratica, purtroppo, sono molti i lavoratori che percepiscono uno stipendio talmente inadeguato da risultare addirittura più basso del reddito di cittadinanza. Un paradosso all’italiana che incide negativamente sulla vita di molte famiglie. Ecco cosa sta succedendo.

L’importo del sussidio targato Movimento 5 Stelle

Il reddito di cittadinanza è stato introdotto al fine di garantire un sostegno economico alle famiglie alle prese con delle serie difficoltà finanziarie. Entrando nei dettagli, come si evince dal sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il beneficio economico di tale misura:

su base annua, si compone di due elementi:
a) integrazione del reddito familiare fino alla soglia di euro 6.000 annui moltiplicata per parametro della scala di equivalenza;
b) componente aggiuntiva per i nuclei familiari residenti in abitazione in locazione, pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione fino ad un massimo di euro 3.360 annui, ovvero per i residenti in abitazione di proprietà, pari alla rata mensile del mutuo e fino ad un massimo di 1.800 euro annui.

Il beneficio sarà comunque pari ad almeno 480 euro annui e potrà arrivare fino a 9.360 euro, per un singolo individuo e 16.560 euro annui per famiglie numerose, in considerazione degli specifici parametri sopra richiamati”.

Tali importi, è bene sottolineare, fanno riferimento al sussidio erogato fino al 2023. A breve si assisterà all’addio definitivo al reddito di cittadinanza che verrà rimpiazzato da due nuove misure, ovvero il Supporto per la formazione e il lavoro e l’assegno di inclusione.

Quando lo stipendio è più basso del reddito di cittadinanza: il paradosso

In attesa dei nuovi sussidi che prenderanno il posto del reddito di cittadinanza, quest’ultimo continua a far parlare di sé. Questo perché diventa in alcuni casi protagonista di un paradosso che sfocia nel mondo del lavoro. Lo sanno bene, purtroppo, coloro che lavorano nell’ambito della vigilanza privata e dei servizi fiduciari, spesso alle prese con retribuzioni da fame. Stando alle ultime stime in merito, infatti, la retribuzione media è pari a 5 euro e 37 centesimi l’ora.

Un compenso particolarmente basso ma che risulta essere, purtroppo, regolare perché previsto dal contratto collettivo di settore. Entrando nei dettagli, come previsto dal contratto dei servizi fiduciari, ovvero senza arma, lo stipendio base è pari a circa 650 euro al mese. Ovvero, è più basso del reddito di cittadinanza e sotto la soglia di povertà. Se tutto questo non bastasse, per portare a casa almeno 1200 euro netti al mese, coloro che lavorano in tale settore devono fare tra le 70 e le 80 ore di straordinario. Condizioni lavorative inadeguate che fanno venire i brividi.