Spot “Sip Avviso di chiamata”: erano davvero altri tempi

Scade il prossimo 30 aprile il termine ultimo per trasmettere all’Agenzia delle Entrate in via telematica l’elenco delle operazioni rilevanti ai fini Iva per l’anno 2011 (Comunicazione operazioni rilevati ai fini Iva: scadenza termine è il 30 aprile). 

Ma continuano ad arrivare novità in merito alla spesometro 2012. L’ultima è particolarmente discutibile: saranno considerati parametri attendibili anche le spese per il telefono, sia fisso che cellullare.

Entro il primo ottobre gli operatori telefonici dovranno fornire al Fisco tutti i dati dei contratti telefonici, sia business che privati.

 

Spendere molto al cellulare diventa quindi indice di un tenore di vita alto.

Una scelta discutibile sotto almeno due punti di vista: in primis perché ci sono attività non troppo redditizie che comunque richiedono l’utilizzo frequente del cellulare o anche esigenze personali che possono spingere ad usare molto il telefono. Pensiamo ad un esempio banalissimo: quello di un padre che ha a carico una figlia adolescente che, inconsapevole di costi e conseguenze, passa ore ed ore al telefono con il fidanzato che vive in un’altra città.  Oltre alla spesa rileverà il numero di utenze: dimenticate quindi di intestarvi la scheda del cellulare di un genitore anziano, che se la veda da solo con la tecnologia e gli operatori call center altrimenti rischiate di essere considerati ricchi!

Ma c’è anche un’altra delicata questione connessa allo spesometro applicato a dati così personali: la potenziale violazione della privacy che scaturisce in questo caso dai controlli delle bollette (ma sono in tutto un centinaio le voci di spesa passate al setaccio). Non a caso il Garante della privacy, Francesco Pizzetti, ha già espresso parere contrario al provvedimento.

Tutti i contribuenti sono tenuti  a comunicare operazioni soggette all’obbligo di fatturazione fatte nel 2011 di importo pari o superiore a tre mila euro nette e quelle esenti da fattura da 3600 euro lorde in su.

A discrezione si può anche decidere di comunicare spese per importi minori ma comunque ritenute rilevanti.

I commercianti dovranno comunicare anche i dati di eventuali clienti stranieri. Tutti i clienti italiani saranno identificati tramite codice fiscale o numero di partita iva.

Il punto è: quanto questi parametri possono veramente essere considerati significativi per la quantificazione del tenore di vita rispetto al reddito dichiarato? Ma soprattutto: lo spesometro ci studia o ci spia?