Ci sono dei soldi non usati che restano in banca per anni su conti dormienti a favore e in uscita dai quali non risultano per anno transazioni. Spesso i titolari non sanno neppure di avere soldi sul conto a loro spettanti. Può sembrare assurdo ma nella pratica non è uno scenario così raro: pensiamo ad eredità lasciate in banca in attesa che qualcuno reclami la titolarità sul conto dormiente. La scadenza per la richiesta di restituzione dei soldi non usati in giacenza sul Fondo Rapporto Dormienti dal 2008 sta per arrivare: il Mef ha ritenuto opportuno ricordare che la prescrizione era stata fissata a dieci anni e che, quindi, il tempo utile per chiedere il rimborso si sta esaurendo.

In totale a ben vedere gli anni a disposizione sono 20, due fasi da dieci anni: 10 anni da quando le somme, già non movimentate da altri 10 anni, sono state trasferite al Fondo (fanno eccezione gli assegni circolari che sono soggetti a termini di prescrizione diversi).

Quali sono i conti dormienti e come recuperare i soldi non usati

A scopo di promemoria il Mef ha diffuso un comunicato stampa ieri, 7 agosto 2018, in cui invita alla verifica di conti dormienti a proprio nome di vecchia data e ricorda che a novembre 2018 va in prescrizione la possibilità di ottenere i soldi non usati confluiti al Fondo dieci anni fa.

Rientrano in questa categoria soldi non usati contenuti su:

• depositi di denaro;
• libretti di risparmio bancari e postali;
• conti correnti bancari e postali
• azioni;
• obbligazioni;
• certificati di deposito;
• fondi di investimento;
• assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione.

Nel dubbio come controllare la propria situazione e verificare che non vi siano conti dormienti a proprio nome? La titolarità può essere accertata sul sito della banca dati Consap. Tramite lo stesso canale, eventualmente, si può procedere alla domanda di rimborso entro novembre 2018 (o in alternativa tramite raccomandata a/r ovvero raccomandata a mano presso la sede della società).