In questi giorni si sta tanto parlando della prossima riforma delle pensioni. Un argomento che rappresenta da sempre un tema complicato e divisivo, soprattutto all’interno di una maggioranza di governo così ampia e con schieramenti politici trasversali.

L’obbiettivo è quello di trovare una soluzione tra le richieste dei vari attori politici e la necessità di far quadrare i conti dello stato. Unico obbiettivo comune è quello di voler superare la legge Fornero e di istituire una migliore forma di pensionamento anticipato.

Ad oggi, la pensione di vecchiaia, per dipendenti è autonomi, si raggiunge con almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età anagrafica.

Ci si chiede, cosa succede se si smette di versare i contributi dopo i 20 anni previsti? È possibile arrivare alla pensione? La risposta, lo chiariamo fin da subito, è negativa, anche se in realtà esiste un caso particolare. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Pensionamento anticipato ordinario, cos’è e a chi spetta?

Oltre alla pensione ordinaria, il nostro istituto prevede anche una forma di pensionamento anticipato.

La pensione anticipata è un trattamento che consente ai lavoratori che hanno maturato un determinato requisito contributivo di conseguire l’assegno pensionistico prima di aver compiuto l’età prevista per la pensione di vecchiaia (20 anni di contributi e 67 anni di età anagrafica).

Possono richiedere la pensione anticipata i soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi se donne, 42 anni e 10 mesi se uomini. In base alle norme vigenti, tale requisito è previsto fino al 31 dicembre 2026.

Quando è possibile smettere di versare i contributi?

A questo punto ci si può chiedere: chi ha pagato le tasse per 20 anni può smettere di versarle e aspettare di raggiungere il requisito dell’età anagrafica fissata a 67 anni? La risposta, come già anticipato in apertura, ovviamente è negativa. Non è possibile svolgere un’attività lavorativa senza versare i relativi contributi.

L’unico caso, per così dire emblematico, riguarda i professionisti iscritti alla cosiddetto gestione separata.

In questo caso, i contributi vengono versati sulla base del reddito generato ogni anno. Tali soggetti, dunque, possono non versare i propri contributi negli anni in cui non è stato prodotto alcun reddito.