La donna incinta che sta usufruendo del congedo di maternità può essere licenziata? Può sembrare impossibile visto che non sta lavorando ma il suo nome potrebbe, per esempio, finire nell’elenco dei lavoratori mandati a casa con procedura di licenziamento collettivo con conseguente ridimensionamento del personale. Ed è proprio quello che è capitato ad una dipendente spagnola del gruppo bancario Bankia, la quale, per far valere i propri diritti, si è poi rivolta alla Corte di Giustizia Europa.

E l’avvocato generale Eleanor Sharpston, chiamata a dare la sua interpretazione prima della sentenza finale, le ha dato ragione richiamando in primo luogo la direttiva 92/85 che tutela le lavoratrici “nel periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il termine del congedo di maternità”.

In questo arco temporale, si legge, il licenziamento della donna incinta è ammesso solo in casi eccezionali (e tra questi non si può far rientrare ogni licenziamento collettivo). In caso di licenziamento collettivo, quindi, occorre valutare ogni fattispecie a sé: bisogna soprattutto verificare che effettivamente non sussista alcuna “plausibile possibilità” di riassegnare la lavoratrice in maternità ad un’altra mansione qualora il suo posto sia vacante. Ora, per quanto riguarda questo caso specifico, la parola passa ai giudici che, secondo quanto premesso, dovranno verificare che effettivamente non via nessuna soluzione alternativa al licenziamento della donna incinta, neppure considerando un cambio di mansioni.

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