Bisogna prestare attenzione ad affittare una propria casa perché i rischi sono davvero molti per il proprietario. Perché pare che esistano inquilini che non possono essere sfrattati da una casa che non è di loro proprietà ma è di chi vorrebbe tornarne in possesso. Potrebbe sembrare una stranezza ma a volte è proprio ciò che accade. E molti proprietari immobiliari desiderosi di affittare la loro casa, oppure che hanno voglia di “mettere alla porta i loro inquilini”, ci chiedono delucidazioni in merito. Oggi vedremo nel dettaglio come funziona la normativa, per capire fino a che punto un proprietario di un immobile non può sfrattare un inquilino.

“Salve, ho un problema con un mio inquilino di casa. Infatti è da due mesi che non ricevo il canone sul mio conto corrente. Sono una donna che vive con una pensione minima e il canone di affitto mi serve per andare avanti. Sto decidendo di andare da un avvocato per vedere di sfrattare i miei inquilini. Ma ho un dubbio. I miei inquilini sono 3, padre, madre e figlio di 10 anni. Secondo me il bambino ha dei problemi di salute, forse autistico. Secondo voi avrò difficoltà a sfrattare questo nucleo familiare da casa mia?. Tra l’altro avrei anche un nuovo nucleo familiare interessato alla casa. Voi cosa dite?”

Attenti ad affittare casa a nuclei familiari sbagliati, ma lo sfratto resta possibile anche se ci vuole tempo

Usare cautela prima di affittare casa è un suggerimento inevitabile vista la normativa vigente ed i rischi che si corrono ad affittare una casa alle persone sbagliate. Perché può capitare che si affitti casa ad un inquilino che poi non paga il canone o le spese di affitto. O addirittura, che finisca con il danneggiare l’immobile senza assumersene le responsabilità, anche economiche delle riparazioni. Sarebbe sempre meglio essere a conoscenza di eventuali rischi, ma è una cosa che spesso pochi approfondiscono.

Per non essere allarmanti dobbiamo subito dire che per l’inquilino moroso è prevista la procedura di sfratto. Quindi la legge tutela il proprietario. Ma lo sfratto come procedura è piuttosto farraginosa, lunga e complessa.

Anche se è vero che alla fine l’inquilino moroso potrebbe finire con l’essere costretto a pagare, i problemi restano. Come scrivono sul sito di esperti legali “laleggepertutti.it”, è il Codice Civile a prevedere le regole per completare una procedura di sfratto. Ma a volte queste regole non risultano efficienti al 100% per portare al risultato sperato dai proprietari immobiliari che si trovano in queste situazioni.

Sfratto inquilini morosi, ecco quando è difficile mettere alla porta chi non paga il canone al proprietario

Esistono nuclei familiari più deboli e fragili, perché al loro interno hanno disabili, minorenni, anziani o semplicemente sono composti da soggetti vicini allo stato di povertà assoluta o quasi. In passato le regole erano particolarmente favorevoli in materia di sfratto per questi nuclei familiari. A tal punto da far sorgere la convinzione che i nuclei familiari con quelle problematiche prima citate, non si potevano sfrattare. Una convinzione avvalorata da vecchie leggi oggi non più in vigore o per lo meno, non più così favorevoli. Anche perché quel credo popolare spingeva ad evitare di affittare casa a soggetti fragili e deboli. Creando una forma di razzismo vero e proprio. Oggi la legge tutela di più i locatori, e quindi di fatto non ci sono inquilini che potrebbero impedire a un proprietario di avviare le operazioni di sfratto.

Il rischio di arrivare a uno sfratto lungo e complicato

Come detto se la tutela del proprietario è evidente per legge, non è priva di ostacoli la pratica di sfratto. E lo sfratto diventa più lungo e farraginoso proprio di fronte ad inquilini che hanno problemi di fragilità e di debolezza.

Il suggerimento anche per il nostro lettore per eventuali nuovi inquilini che troverà in futuro, è di calcolare bene il da farsi. magari chiedendo ai nuovi inquilini garanzie aggiuntive prima di stipulare un nuovo contratto. Questo perché la procedura di sfratto può arrivare a superare anche i 12 mesi. In pratica si corre il rischio di tenere dentro indesiderati inquilini, magari morosi, per molto tempo. In genere la procedura di sfratto può essere avviata da un proprietario di casa, già dopo soli 20 giorni di ritardo nel pagamento dell’affitto da parte di un inquilino.

La nostra lettrice ha già avuto molta pazienza al riguardo. Perché sono già due i canoni di affitto non ricevuti dai suoi inquilini. La procedura parte con gli avvisi bonari e con la lettera di sfratto. E prosegue con l’udienza davanti a un Giudice. Prima dell’udienza, anche senza pagare il canone di locazione, l’inquilino ha il diritto di rimanere dentro la casa dove vive a prescindere dal versamento di quanto dovuto.

Lunghi i tempi di sfratto inquilini morosi per le famiglie con minorenni, invalidi e anziani

Tra richiesta di sfratto e udienza, passano in genere almeno 30 giorni. Ma poi ci sono i rinvii, le seconde udienza, le risposte dell’avvocato dell’inquilino e la richiesta del termine di grazia di 3 mesi che posticipa eventualmente ancora di più la tempistica di completamento della procedura. In buona sostanza, tutti possono finire con l’essere sfrattati da una casa, soprattutto se morosi per ciò che riguarda il canone di affitto. Ma anziani, minorenni e disabili, con i loro nuclei familiari, rendono la procedura più lunga e difficoltosa per i proprietari.