La speranza di molti ristoratori ed esercenti è di riuscire a lavorare di più, complici l’aumento delle temperature e la possibilità di mangiare all’aperto aumentando i coperti. Ma molti ristoranti, senza aiuti, rischiano di non restare aperti fino alla prossima estate. Ecco perché si chiede un semestre bianco senza tasse locali. Abolizione di Tari, Cosap e tassa sulla pubblicità: questa la proposta di Confcommercio ai Comuni per sostenere le attività locali. Servono ancora sussidi e misure straordinarie perché l’emergenza è tutt’altro che terminata.

Chi gestisce queste attività continua a fare i conti con aperture a singhiozzi e con restrizioni, entrate in calo e recupero delle perdite del precedente lockdown di primavera 2020. Ci sono settori in blocco, basti pensare al turismo.

Così, mentre in piena crisi di governo si continua a discutere con le Regioni, l’associazione si rivolge direttamente ai Comuni.

 “Le attività del commercio, del turismo e dei servizi sono esauste, hanno bisogno di recuperare liquidità per poter gestire i mesi di emergenza che ancora ci attendono”

Tasse sospese per ristoranti: ecco per quali si chiede il semestre bianco

Tra le voci che pesano di più sul bilancio c’è la Tari. Urge una revisione della tariffa sui rifiuti con divisione più chiara di utenze domestiche e non. Inoltre sarebbe auspicabile un esonero senza se e senza ma dell’imposta per tutto il primo trimestre dell’anno in corso. Del resto l’attività di servizio in loco è sostanzialmente chiusa da un anno, salvo breve parentesi. Dunque, limitandosi al servizio da asporto e domicilio, la produzione di rifiuti è drasticamente ridotta. Nel 2020 venne ridotta la Tari solo per le attività chiuse. 

 

Vista la situazione inoltre si chiede di sospendere il tributo Cosap per tutto il 2021, concedendo gratuitamente lo spazio pubblico per poter servire ai tavoli all’aperto distanziati con l’arrivo della bella stagione.

Molti Comuni lo hanno fatto lo scorso anno.

 

Altre tasse considerate sproporzionate e inadeguate al periodo storico che stiamo vivendo sono l’imposta sulla pubblicità e la tassa di soggiorno.

 

Razionalmente tutto comprensibile. Che cosa potrebbe ostacolare queste richieste innegabilmente legittime? Il rischio è che in questo modo siano i Comuni a trovarsi scoperti e senza entrate. La coperta delle risorse in bilancio è sempre troppo corta. Confcommercio ne è consapevole e ha già messo le mani avanti ipotizzando questa obiezione ma ricordando come priorità ora debba essere il contenimento delle perdite da Covid. “Siamo convinti che senza unire le forze la conta dei danni e delle perdite di attività causate dal covid sarà sempre più grave. A rischio non è solo il futuro del settore, ma anche la tenuta occupazionale e la vivibilità del territorio”.

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