Quale sarà la pensione di un docente della scuola a 67 anni? E quale a 64 anni se passerà la riforma auspicata dal governo? Una questione che ci si pone spesso con l’avvicinarsi dell’entrata a regime del sistema contributivo.

Oggi simulare la pensione non è facile perché dipende da molti fattori. Esistono dei programmi messi a disposizione dal Inps che aiutano, ma nel sistema di liquidazione misto il calcolo risulta abbastanza approssimativo. Più facile farlo col sistema contributivo puro.

Scuola, la pensione degli insegnanti

In questo articolo, quindi, proponiamo una simulazione di pensione per gli insegnati che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996.

Quindi per quei lavoratori laureati nati negli anni ’80 e attualmente in servizio nelle varie scuole di ordine e grado.

Posto che andranno in pensione nel 2036 con 40 anni di contributi e 67 anni di età, a quanto ammonterà la loro pensione? Nel sistema di calcolo contributivo è fondamentale guardare il valore del montante contributivo per sapere quanto sarà la loro pensione.

Per saperlo bisogna partire dallo stipendio al quale applicare poi l’aliquota prevista (circa il 33%) da destinare al fondo lavoratori dipendenti Inps. Quindi, supposto che un insegnate della scuola abbia percepito nell’arco della sua carriera una retribuzione media di 28.000 euro all’anno, si ritroverebbe un gruzzolo (montante contributivo) pari a 370.000 euro.

Applicando il coefficiente di trasformazione per l’età anagrafica di 67 anni salta fuori una pensione di 20.600 euro all’anno. Diviso per tredici mensilità fanno 1.586 euro al mese. Tutte cifre lorde alle quali bisogna applicare le trattenute Irpef e le addizionali comunali e regionali.

Stipendio e tasso di sostituzione

Al netto delle tasse, quindi, la pensione di un insegnate dopo 40 anni di servizio nella scuola sarà di circa 1.220 euro al mese. Il che corrisponde a una rendita del 26% inferiore allo stipendio medio percepito. Il tasso di sostituzione è quindi pari al 74%, cioè la pensione varrà, a 67 anni, circa tre quarti della retribuzione.

E fin qui potrebbe andare anche bene. Ma i problemi maggiori saltano fuori se si va in pensione prima dei 67 anni. L’età media dei pensionamenti nella scuola, considerando anche Opzione Donna, è stata finora di 62,6 anni.

Nell’ottica che il governo introduca, con la riforma pensioni, la possibilità di uscire a 64 anni per tutti a partire dal 2023 col ricalcolo contributivo, la rendita si ridurrebbe di parecchio. Pur considerando 40 anni di versamenti contributivi, magari raggiungibili col riscatto laurea, il tasso di sostituzione si abbasserebbe al 66% dello stipendio.

In altre parole, la pensione calcolata scenderebbe a 1.440 euro al mese lordi (1.100 euro netti).