Nel sistema previdenziale italiano ci sono tante misure di pensionamento e con requisiti diversi. Molto cambia da misura a misura e da lavoratore a lavoratore. Infatti, a volte, in base al lavoro svolto cambiano le regole di pensionamento. Per le pensioni 2024, non tutti i lavoratori sono uguali, proprio perché le differenze esistono e sono notevoli.

“Buonasera, sono un lavoratore di una falegnameria che ha 36 anni di contributi. Ho 64 anni di età. Posso andare in pensione?”

“Salve, mi chiamo Renzo Pio e ho appena compiuto 62 anni di età.

Lavoro in una fabbrica di giocattoli. Secondo voi posso sfruttare lo scivolo usuranti per la pensione anticipata?”

Pensione anticipata 2024: non tutti i lavoratori sono uguali

Domande come quelle di sopra sono frequenti. Ogni attività lavorativa fa pensare a qualcuno di avere delle maggiori opportunità per andare prima in pensione. Questo perché sono almeno tre le misure che permettono un discreto anticipo in base al lavoro svolto.

Spesso, però, le informazioni che vengono fornite agli interessati sono poco precise e piuttosto vaghe. E si arrivava a confondere le cose, pensando di rientrare in una misura quando invece non si può fare. O ancora, non capendo che il proprio lavoro offre possibilità di andare in pensione prima. Due lati della stessa medaglia.

Pensioni 2024: ecco le differenze che fanno la fortuna di molti

Nel 2024 sono 15 le attività lavorative considerate gravose a tal punto da consentire un pensionamento anticipato. Le attività gravose sono:

  • conciatori di pelli e pellicce; addetti ai servizi di pulizia non qualificati;
  • addetti allo spostamento di merci e facchini;
  • conducenti di camion o mezzi pesanti in genere;
  • conducenti di convogli ferroviari e personale ferroviario viaggiante in genere;
  • guidatori di macchinari per la perforazione nelle costruzioni e gruisti;
  • infermieri ed ostetriche che operano su turni nelle sale operatorie e nelle sale parto;
  • maestri di asilo nido ed educatori della scuola dell’infanzia;
  • operai edili e manutentori di edifici;
  • operatori ecologici e addetti alla separazione o raccolta dei rifiuti;
  • addetti alla cura, per professione, di persone non autosufficienti;
  • agricoli;
  • marittimi;
  • pescatori;
  • siderurgici.

Qualsiasi altra attività non presente nell’elenco di sopra, non consentono il pensionamento a 63 anni e 5 mesi di età con 36 anni di contributi come consente l’Ape sociale.

E non permette nemmeno il pensionamento senza limiti di età con la quota 41 per i lavoratori precoci. Sia per la quota 41 che per l’Ape sociale il lavoro gravoso deve essere stato svolto per 6 degli ultimi 7 anni o per 7 degli ultimi 10 anni.

Usuranti fuori dal lavoro prima del previsto, ecco come

Un altro gruppo di attività lavorative che permette uscite anticipate dal lavoro è quello dei lavori usuranti. Infatti, possono lasciare il lavoro a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni di contributi le seguenti categorie di lavoratori:

  • lavoratori di galleria, cava o miniera;
  • lavoratori con costante esposizione ad alte temperature;
  • addetti al lavoro in cassoni ad aria compressa;
  • addetti all’asportazione dell’amianto;
  • lavoratori del vetro cavo;
  • palombari;
  • addetti al lavoro costante in spazi angusti e ristretti;
  • lavoratori notturni che per almeno 6 ore svolgono un lavoro tra le 24:00 e le 05:00, per un minimo 64 giorni all’anno, oppure chi svolge per tutto l’anno almeno 3 ore di lavoro tra le 24:00 e le 05:00;
  • lavoratori addetti alla linea di catena in processi produttivi in serie;
  • conducenti di veicoli per il trasporto pubblico con capienza complessiva non inferiore a 9 posti.

Anche in questo caso ci sono vincoli aggiuntivi. Prima di tutto occorre completare la quota 97,6. Una quota che si ottiene sommando età anagrafica e contributi previdenziali anche usando le frazioni di anno. E poi occorre aver svolto una delle attività prima citate, per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o per la metà della vita lavorativa.