C’è uno schema sulle pensioni e sugli stipendi 2022 più alti con il tesoretto Draghi. Ovverosia, con il Fondo Fiscale da ben 8 miliardi di euro. Ma è aperta la battaglia sulla ripartizione. Con i Sindacati che premono per destinare tutte le risorse ai lavoratori ed ai pensionati. Mentre le associazioni delle imprese, invece, caldeggiano interventi di riduzione o di eliminazione totale di tasse come l’Irap. Ed allora, come andrà a finire?

Al riguardo c’è da dire che, per lo schema pensioni e stipendi nel 2022, 6 miliardi di euro potrebbero finire nelle tasche dei pensionati e dei lavoratori.

Mentre i restanti 2 miliardi di euro dovrebbero essere destinati ad avvantaggiare le imprese attraverso una riduzione del costo del lavoro. Ma per il momento il condizionale è d’obbligo. Così come è riportato in questo articolo.

Schema per le pensioni e per gli stipendi 2022 più alti con il tesoretto Draghi. Ma è battaglia sulla ripartizione

E questo perché, proprio sullo schema pensioni e stipendi nel 2022 più alti, il Governo italiano dovrà trovare la quadra. Sia con i partiti della maggioranza che lo sostiene. Sia con le parti sociali. Dato che nella finanziaria sono stati stanziati gli 8 miliardi di euro per tagliare le tasse. Ma su come fare e con quali interventi ancora tutto deve essere deciso.

Aspettando novità in merito, e le conseguenti scelte definitive, c’è anche da dire che sullo schema pensioni e stipendi 2022 più alti c’è una certezza. Ovverosia, quella relativa alla rivalutazione provvisoria dell’1,7% lordo per gli assegni INPS a partire dal prossimo anno. Per effetto dell’adeguamento all’inflazione.

Attenzione agli scaglioni IRPEF: potrebbero passare da 5 a 4 con vantaggi per il ceto medio

Per i lavoratori, invece, il prossimo anno è atteso un abbattimento della pressione fiscale. In quanto il Governo italiano guidato dal premier Mario Draghi punta, tra l’altro, a sfruttare il tesoretto per rivedere le aliquote Irpef.

Che dovrebbero passare da 5 a 4. Con lo schema pensioni e stipendi 2022 più alti che, nella fattispecie, dovrebbe garantire i maggiori risparmi di imposta, proprio con la revisione degli scaglioni Irpef, al cosiddetto ceto medio.