Il decreto Aiuti bis, appena approvato dal Consiglio dei ministri, ha previsto un pacchetto di nuove misure pensate per aiutare famiglie e imprese in difficoltà economica a causa dell’impennata dei prezzi di questi giorni. Impennata causata, principalmente, dall’attuale conflitto in Ucraina. Il provvedimento più discusso in questi giorni è senz’altro la decontribuzione degli stipendi più bassi in modo da far aumentare il netto in busta paga. Una decontribuzione del 1,2% per i lavoratori con un reddito sotto i 35 mila euro.

Ad ogni modo, il decreto Aiuti bis ha previsto un’altra importante novità, che è passata in secondo piano ma che potrebbe contribuire anch’essa all’aumento degli stipendi dei lavoratori. Grazie a questa norma, i datori di lavoro potranno riconoscere dei bonus fino ad un amassimo di 600 euro esentasse. Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus in busta paga senza pagare le tasse, cosa prevede il Decreto Aiuti bis?

Il decreto Aiuti Bis, sostanzialmente, aumenta il tetto massimo di alcuni fringe benefits.

Si tratta, sostanzialmente, di risorse che i datori di lavoro mettono a disposizione dei propri dipendenti per creare welfare aziendale e incentivare la produttività di quest’ultimi.

I fringe benefits rappresentano una forma di retribuzione che non concorre alla formazione del reddito di chi li riceve entro il limite di spesa di 258,23 euro all’anno.

In particolare – ai sensi dell’articolo 51, comma 3, del TUIR – “non concorre alla formare il reddito di lavoro dipendente il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati se, complessivamente, di importo non superiore a euro 258,23 l’anno; se il valore in questione è superiore a detto limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito”.

Il decreto Aiuti bis ha innalzato tale tetto a 600 euro per il pagamento delle utenze dei propri dipendenti. L’articolo 12 del decreto-legge n. 115 del 9 agosto 2022, prevede quanto segue:

“Limitatamente al periodo d’imposta 2022, in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, del TUIR, non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di 600 euro”.

Ovviamente, l’erogazione di tale bonus è esclusivamente a discrezione del datore di lavoro. Ad ogni modo, si tratta sicuramente di una gradita novità che potrebbe far aumentare la busta paga dei lavoratori.