L’inflazione è ciò che ogni anno determina un aumento dei trattamenti previdenziali dei pensionati. Infatti vige il meccanismo della perequazione, perché aumentando il costo della vita, le pensioni vengono aumentate per contenere la perdita di potere di acquisto delle stesse. La cosa è sicuramente positiva per i pensionati, perché si tratta di un incremento delle cifre percepite. Ma ci sono casi in cui questi aumenti sono deleteri.

Per esempio, per chi in pensione ci deve ancora andare, l’aumento di una prestazione come lo è l’assegno sociale, rischia di minare la loro possibilità di lasciare il posto di lavoro.

Sembra paradossale ma è così, perché l’assegno sociale viene usato dall’INPS, in alcuni casi, per determinare l’importo di alcune prestazioni previdenziali.

“Buongiorno, sono un lavoratore che si stava già preparando ad andare in pensione nel 2024 sfruttando una misura fissa del sistema come lo è la pensione anticipata contributiva. Con 26 anni di contributi e 64 anni di età nel 2024, contavo di arrivare alla mia pensione anticipata. Non ho periodi contributivi prima del 1996 e pertanto come soggetto avrei diritto alla prestazione. Ma credo di non farcela per poco visto che l’importo della pensione non sarà alto come dicono le leggi. Non capisco questo collegamento delle pensioni con l’assegno sociale. Che senso ha? Mi spiegate nello specifico come funziona la pensione anticipata contributiva?”

Sale l’assegno sociale nel 2024, ma per alcuni lavoratori la pensione anticipata contributiva si allontana proprio per questo

Coloro che non hanno periodi di contribuzione prima del 1996, possono avere diritto a un trattamento abbastanza favorevole di pensionamento, che si chiama pensione anticipata contributiva. Per centrare la misura un lavoratore ha bisogno di tre diversi requisiti. Infatti serve una giusta età, una giusta carriera, ma soprattutto un giusto importo di pensione.

In termini pratici, bisogna avere anche una pensione di un certo importo per uscire dal lavoro a 64 anni e con 20 anni di contributi come la misura prevede.

Ma a quanto deve ammontare la pensione è ciò che i lavoratori spesso sono chiamati a considerare per verificare la loro possibilità di uscire dal lavoro. E il nostro lettore è uno dei tanti in queste condizioni. E il parametro da usare è proprio il già citato assegno sociale.

Al momento, in attesa che anche l’assegno sociale salga di importo nel 2024 per via dell’inflazione, la certezza è che nel 2023 per la pensione con la misura anticipata contributiva a 64 anni, un lavoratore deve raggiungere 1.409,156 euro di pensione, altrimenti nulla. Perché la pensione percepita non può essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. E nel 2023 l’assegno sociale ai suoi beneficiari è stato pari a 503,27 euro al mese.

Oltre 1.750 euro di trattamento per uscire a 64 anni con 20 anni di contributi come contributivi nel 2024

Probabilmente non si è aggiornato abbastanza il lettore, perché fa riferimento solo all’assegno sociale in collegamento con l’inflazione. Ha ragione quando sostiene che nel 2024 ci vorrà una pensione più alta di 1.409,156 euro come detto prima. Ma non accadrà solo questo ai potenziali beneficiari della nuova pensione anticipata contributiva. Perché il governo ha deciso anche di portare il limite da 2,8 volte a 3,3 volte. Salvo correttivi last minute nella legge di Bilancio, questo sarà il nuovo limite importo.

In pratica, serviranno sempre 64 anni di età e sempre almeno 20 anni di contributi. Ma la pensione per essere liquidata dovrà avere un importo pari a 3,3 volte l’assegno sociale e non più 2,8 volte. Nel frattempo però, l’assegno sociale salirà nel 2024 in misura pari all’inflazione prevista. Gli esperti dicono che si tratterà di un incremento di almeno 5,5 punti percentuali.

Significa che da 503,27 euro al mese la principale prestazione assistenziale dell’INPS (qua trovi la scheda), quale è l’assegno, passerà a 530,95 euro al mese.

Significa che anche se non ci fosse stato il cambiamento voluto dal governo, nel 2024 per accedere alla misura sarebbe servito un trattamento di almeno 1.486,66 euro al mese. Adesso però andrà ancora peggio.

Perché moltiplicare il nuovo assegno sociale per 3,3 volte è nettamente peggiorativo che moltiplicarlo per 2,8 volte. In parole povere, i lavoratori che mirano alla pensione anticipata contributiva devono fare i conti con un assegno minimo da raggiungere non inferiore, probabilmente, a 1.752,21 euro.