Esiste nel sistema previdenziale italiano una misura che si chiama pensione anticipata contributiva che riguarda i lavoratori che hanno il primo contributo versato nel sistema pensionistico successivamente al 31 dicembre 1995. Secondo l’INPS questa misura rientra nel novero delle pensioni anticipate ordinarie e per questo si tratta di misure strutturali del sistema. Quindi perfettamente fruibili anche nel 2024.

Il Governo attuale però nella legge di Bilancio ha cambiato un requisito con cui dovranno fare i conti i lavoratori interessati a questa importante misura.

Parliamo del requisito minimo della pensione da centrare che viene portato molto più in alto rispetto a oggi. E molti lettori lamentano proprio questo inasprimento del requisito perché rischiano seriamente di restare fuori dal perimetro di applicazione di questa misura nonostante sia ancora in vigore.

Salgono i requisiti per la pensione anticipata contributiva

L’inasprimento sarà molto importante e quindi molti lavoratori rischiano di essere esclusi da una possibilità di pensionamento. Un nostro lettore può essere considerato un tipico esempio. Ecco il suo quesito:

“Buongiorno, sono un lavoratore di 60 anni di età che ha 24 anni di contributi versati. È evidente che sono giovane per andare in pensione ma quello che non mi va giù è la novità che il Governo ha introdotto e che inasprisce pesantemente i requisiti per andare in pensione per noi contributivi. Infatti io non ho contributi versati prima del 1996. Anzi, avrei l’anno del servizio militare che però non voglio riscattare proprio perché conto di andare in pensione con l’anticipata contributiva.

Come voi suggerite infatti, riscattare l’anno del servizio militare potrebbe mettermi al di fuori del perimetro di questa misura. Purtroppo, nonostante il mio stipendio sia piuttosto elevato, dai conti che faccio e che non so se siano giusti, non riuscirò mai ad arrivare a una pensione così elevata come quella che adesso sarà necessaria per andare in pensione con questa misura.

Il Governo infatti mi sembra che abbia aumentato a 3,3 volte l’assegno sociale l’importo minimo della prestazione per poter andare in pensione con le anticipate contributive. Dico bene o dimentico qualcosa?”

Perché la pensione a 64 anni nel 2024 è ancora possibile ma più difficile da raggiungere?

La pensione anticipata contributiva è una misura strutturale del sistema previdenziale italiano. Una misura che consentirà anche nel 2024 di accedere alla pensione senza dover necessariamente attendere di 67 anni di età della pensione di vecchiaia ordinaria. La misura si centra con 64 anni di età e con 20 anni di contributi versati. Fino al 31 dicembre 2023 però, i lavoratori interessati a questa misura per poterla sfruttare dovevano raggiungere un importo della pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

Nel 2024 con questa misura si potrà andare in pensione sempre con gli stessi requisiti di età e contributi. Ma diventa molto più difficile rientrare perché si inasprisce l’importo minimo da raggiungere. Non basterà più arrivare a una pensione di 2,8 volte l’assegno sociale, ma ne servirà una almeno di 3,3 volte lo stesso assegno.

Sale l’assegno sociale, e le anticipate contributive diventano più complicate

All’inasprimento voluto dal Governo, si aggiunge pure l’aumento dell’assegno sociale che da gennaio verrà adeguato al tasso di inflazione. In pratica, anche se non fosse intervenuto l’esecutivo portando a 3,3 volte l’assegno sociale il minimo prestabilito, la pensione sarebbe stata comunque più difficile. Oggi l’assegno sociale vale 503,27 euro al mese. Non serve un genio in matematica per capire che l’importo della pensione minima da centrare oggi è pari a 1.409,15 euro al mese, mentre con il passaggio a 3,3 volte l’assegno sociale, ci vorrebbe una pensione da 1.660,79 euro al mese. Oltre 200 euro in più a cui aggiungere il fatto che probabilmente l’assegno sociale 2024 supererà i 533 euro al mese.

Questo significa che probabilmente ci vorrà una pensione superiore a 1.760 euro per arrivare a centrare l’uscita anticipata con questa misura. Parlare di inasprimento quindi non è esercizio azzardato. E il nostro lettore effettivamente ha ragione. Soprattutto perché ancora più duro probabilmente sarà questo requisito tra qualche anno, cioè quando lui rientrerà come età, nel perimetro della misura.