Stanno arrivando le lettere di risposta dell’Agenzia delle Entrate alle domande di definizione agevolata delle cartelle esattoriali. Tutti i contribuenti che hanno aderito alla cosiddetta rottamazione quater infatti adesso stanno ricevendo le risposte dell’Agenzia delle Entrate. È finito quindi il lavoro del Fisco relativo a queste domande, e adesso la palla passa al contribuente che deve provvedere a proseguire con questa operazione di sgravio delle cartelle esattoriali anche se solo parzialmente. Cosa deve fare adesso il contribuente interessato? Ecco tutto quello che c’è da sapere, anche perché è facile cadere nella decadenza dal beneficio.

“Buonasera, mi chiamo Renato e vi contatto per chiedervi cosa devo fare adesso che mi è arrivata la risposta alla richiesta di rottamazione delle cartelle che ho fatto lo scorso mese di maggio. Nella lettera non ci sono tutti i bollettini per pagare. Però mi hanno accolto tutta la domanda con un debito residuo al 21 luglio di 3.600 euro circa ed uno da pagare per la sanatoria da 1.600 euro. Mi sono reso conto però che le prime due rate sono da 165 euro ciascuna mentre le altre sono pari a circa la metà. Mi spiegate cosa succede se inizio a pagare le rate più basse visto che sono stretto economicamente?”

Rottamazione cartelle, ecco cosa fare adesso dopo la lettera dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ci sono due vie

Nella lettera che il Concessionario alla Riscossione ha inviato ai contribuenti adesso, con all’interno la risposta alla domanda di rottamazione, ci sono anche i primi bollettini utili ai pagamenti. Perché adesso tocca al contribuente proseguire con la sanatoria, pagando le cartelle azzerate di interessi e sanzioni. Nella missiva che in questi giorni sta giungendo a casa dei contribuenti, ci sono, come dice il lettore:

  • il debito originario;
  • il debito oggetto della domanda di rottamazione;
  • il residuo da pagare approvato dall’Agenzia delle Entrate;
  • il debito escluso dalla rottamazione.

Quindi, se una domanda è stata accolta totalmente, il debito escluso sarà pari a zero.

Se un contribuente non ha inserito tutte le sue cartelle nella domanda, il debito originario sarà più alto di quello oggetto della domanda di rottamazione. Ma ciò che è fondamentale, è il debito residuo da pagare, perché è quello oggetto delle rate arrivate. Per il momento il Fisco pare abbia mandato a casa del contribuente 10 rate, mentre per chi ha chiesto 18 rate, le altre 8 arriveranno successivamente. In pratica sono arrivate le rate fino al 2025, mentre quelle per le annualità 2026 e 2027 arriveranno dopo.

Le scadenze e le rate, ecco come funziona adesso il pagamento della rottamazione

Il pagamento deve avvenire tramite i bollettini allegati ed entro le scadenze prefissate che sono:

  • 31 ottobre 2023;
  • 30 novembre 2023;
  • 28 febbraio 2024;
  • 31 maggio 2024;
  • 31 luglio 2024;
  • 30 novembre 2024;
  • 28 febbraio 2025;
  • 31 maggio 2025;
  • 31 luglio 2025;
  • 30 novembre 2025;
  • 28 febbraio 2026;
  • 31 maggio 2026;
  • 31 luglio 2026;
  • 30 novembre 2026;
  • 28 febbraio 2027;
  • 31 maggio 2027;
  • 31 luglio 2027;
  • 30 novembre 2027.

Le prime due rate sono pari al 10% cadauna del debito residuo da pagare, e nel prospetto allegato alla lettera di Agenzia delle Entrate Riscossione sono riportate le cifre del debito da pagare e degli interessi che nella prima rata sono pari a zero e crescono rata dopo rata. Le altre 16 rate invece sono pari, ciascuna, al 5% del debito residuo.
Le scadenze non possono essere spostate ed anche il ritardo nel pagamento di una sola rata, fa perdere il beneficio. Il nostro lettore entro il 31 ottobre deve versare la rata giusta del debito, perché altrimenti rischia la decadenza. L’unica agevolazione anti decadenza è quella della tolleranza di 5 giorni, perché ogni rata può essere pagata entro i 5 giorni successivi alla scadenza senza rischiare di perdere il beneficio.

Cosa fare per chi non vuole pagare

Chi ha cambiato idea, oppure non può sostenere il pagamento delle rate, soprattutto delle prime due che in poco più di 30 giorni devono coprire il 20% del residuo da pagare, può anche non pagare.

In questo caso si perde subito il diritto alla rottamazione. La domanda è come se non è mai stata fatta e il residuo da pagare tornerebbe immediatamente a quello originario che si può leggere sulla lettera inviata dal concessionario. Va detto che nella delega fiscale, cioè nel provvedimento che il governo sta varando per la riforma del fisco c’è pure una novità sulle cartelle. In pratica potrebbe entrare in vigore una norma che consente, anche a chi non ha acclarate ed evidenti difficoltà economiche, di accedere al maxi piano di rateizzazione a 10 anni. Si tratta della rateizzazione ordinaria che oggi è ammessa per massimo 72 rate salvo per chi, con ISEE basso e difficoltà economiche dimostrabili, può arrivare a 120 rate. Se passasse questa norma, i decaduto dalla rottamazione potrebbero godere di un piano di dilazione ben più lungo per sanare la loro posizione debitoria. Con rate evidentemente più basse anche se a debito originario pieno e senza più gli sconti su aggi, sanzioni e interessi che la rottamazione offre.