La rottamazione delle cartelle, chiamata quater perché arrivata alla sua quarta edizione, sta per scadere. Naturalmente parliamo delle domande da presentare all’Agenzia delle Entrate Riscossione per poter beneficiare dell’aiuto concesso dalla Legge di Bilancio e dal suo collegato, cioè il decreto Fiscale. Le istanze scadranno alla fine del corrente mese di giugno. E dal momento che molti contribuenti non hanno ancora presentato istanza, per via dei numerosi dubbi che li accompagnano in questa che viene chiamata definizione agevolata dei debiti, ecco che si rende necessario un riassunto di ciò che significa rottamazione delle cartelle.

“Buonasera, mi sono reso conto di avere diversi debiti con l’Agenzia delle Entrate Riscossione e quindi numerose cartelle. Ho fatto analizzare tutte le cartelle a mio carico e risultano tutte effettivamente dovute. Posso ancora aderire alla rottamazione? Vi pongo questa domanda perché non ho capito bene quali sono le cartelle che possono essere rottamate. Mi date dei suggerimenti su come fare effettivamente a presentare la domanda? E soprattutto se mi conviene visto che ho un veicolo fermo con le ganasce fiscali.”

Arriva la scadenza della definizione agevolata, ecco come

Ormai ci siamo, la rottamazione delle cartelle presto passerà al secondo step, cioè quello delle risposte dell’Agenzia delle Entrate Riscossione alle domande dei contribuenti. Risposte che riguarderanno l’accettazione o la reiezione dell’istanza, e soprattutto il numero di rate concesse a chi ha scelto la dilazione come soluzione per rientrare delle pendenze. Le domande di rottamazione, meglio note come domande di definizione agevolata, scadranno il 30 giugno prossimo. A domanda inoltrata, entro ottobre l’Agenzia delle Entrate dovrebbe rispondere al contribuente. Prima di tutto confermando quale debito resta a carico del contribuenti al netto degli sconti che la rottamazione offre. E quante rate e di che importo, il contribuente può sfruttare.

La rottamazione delle cartelle che è stata introdotta dal governo nel 2023, dentro il contenitore della tregua fiscale, necessita di una domanda.

I contribuenti muniti di SPID, CIE o CNS, possono accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia, e presentare la domanda. Ma la possibilità di presentazione dell’istanza, che è telematica per tutti, è stata data anche a chi non ha credenziali di accesso ai servizi pubblici del concessionario alla riscossione. In area libera quindi.

Ecco quali sono le cartelle che finiscono dentro la rottamazione

Con la rottamazione delle cartelle il contribuente gode di due vie di agevolazione. La prima è lo sconto sugli importi dovuti. Uno sconto relativo a sanzioni, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e aggi di riscossione. E poi un lauto piano rateale, dal momento che viene concessa la possibilità di rientrare dei debiti per i contribuenti alle prese con queste cartelle, ma in rate.

Con la definizione agevolata delle cartelle i contribuenti potranno ottenere sconti e rateizzazioni per tutti i carichi affidati all’Agente della riscossione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000  e il 30 giugno 2022. Parliamo quindi di cartelle che possono essere già di competenza di Equitalia in passato ed oggi diventate di competenza di Agenzia delle Entrate Riscossione. Infatti è dal 2017 che il concessionario alla riscossione ha cambiato nome, passando da Equitalia a una branca interna del Fisco, cioè ad Agenzia delle Entrate Riscossione.

Cartelle esattoriali e rottamazione. ecco quali sono comprese

Dentro il provvedimento di rottamazione, i contribuenti possono inserire anche le cartelle non ancora notificate (che evidentemente sono presenti negli estratti di ruolo), quelle interessate da precedenti rateizzazioni o rottamazioni ed anche se non onorate in precedenza. Dentro la sanatoria anche le cartelle che fanno riferimento ai contributi previdenziali, anche se casse private. Ma in questo caso non tutte le casse previdenziali diverse da quelle pubbliche vi rientrano.

Perché è necessario che il Fondo previdenziale competente, abbia provveduto ad autorizzare l’Agenzia delle Entrate Riscossione a far entrare anche i suoi crediti nella rottamazione.

Occhi a queste cartelle, perché la rottamazione non può essere sfruttata

Detto dei debiti che il contribuente può rottamare, non si può non fare accenno ai debiti non sanabili con la definizione agevolata. A dire il vero ci sembra praticamente impossibile sbagliare da questo punto di vista. Collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate infatti, c’è la possibilità di verificare tutte le cartelle caricate a nome di un contribuente. “Controlla la tua situazione debitoria e paga” è l’area di riferimento. Invece “definizione agevolata delle cartelle” è l’area che serve alle istanze. Una volta aperta quest’ultima area, in automatico dentro compaiono tutte le cartelle tra quelle presenti nella situazione debitoria del contribuente, che possono essere rottamate.

Non possono essere rottamate naturalmente, le cartelle che sono diventate di competenza del concessionario dopo il 30 giugno 2022. E poi nulla da fare per debito che nascono da aiuti di Stato da restituire, debiti di natura amministrativa ma che partono da sentenze penali di condanna, o debiti che escono fuori da IVA non pagata sulle importazioni.

Le scadenze delle rate per la definizione agevolata

Una volta accettata l’istanza ed una volta arrivata la comunicazione delle rate e degli importi, il contribuente deve iniziare a pagare.
Sui pagamenti rateali si applicano gli interessi nella misura del 2% per anno. La prima rata o la rata unica per chi non ha chiesto la dilazione, scade il 31 ottobre 2023. La seconda rata scade il 30 novembre 2023. Sono le uniche due rate 2023 da versare, che però sono anche le più alte. Infatti devono coprire il 20% del debito complessivo, in misura pari al 10% cadauna. Per le altre rate le scadenze saranno fisse (massimo 18 rate complessive) e tutte entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio ed il 30 novembre dal 2024 al 2027.