Come previsto dalla legge e dalle circolare Inps numero 6 del 22 gennaio 2020, è oggi possibile riscattare la laurea anche con un sistema agevolato. Il legislatore, considerati gli onerosi costi di riscatto dei periodi di studio ante 1996, ha dato la possibilità anche a chi si è laureato nel periodo retributivo di riscattare la laurea a costi agevolati.

In altre parole, l’Inps, recependo le disposizioni del decreto numero 4 del 2019, ha esteso anche ai laureati che hanno conseguito il titolo prima del 1996 o a cavallo di quell’anno un’agevolazione in alternativa al calcolo dei versamenti da effettuare nel sistema retributivo ai fini del calcolo della pensione futuro.

Si è così voluto estendere la platea dei beneficiari, visto che molti laureati desistono dal riscattare la laurea per gli elevati costi.

Il riscatto laurea col sistema ordinario

Ma vendiamo ai dettagli e vediamo come funziona il riscatto laurea agevolato e ordinario. Col sistema ordinario di riscatto laurea, l’Inps effettua i calcoli dei contributi da versare tenendo conto dell’anno in cui si presenta la domanda e del livello di retribuzione attuale. I contributi vengono quindi rivalutati in base al periodo storico di riferimento, come se fossero stati versati al momento tenendo conto anche del sistema di calcolo retributivo ai fini pensionistici. A titolo di esempio, a un lavoratore con retribuzione media pari a 30.000 euro all’anno, che intende riscattare gli anni di studio fra il 1991 e il 1995, l’Inps chiede di versare una cifra pari a circa 45.000 euro per 208 settimane di riscatto. Ovviamente, più passa il tempo e più sale la retribuzione, maggiore sarà il costo del riscatto laurea.

Il riscatto laurea col sistema agevolato

E veniamo al riscatto laurea agevolato per coloro che intendono riscattare il periodo di studi universitari prima del 1996. La circolare spiega che è possibile riscattare fino a 5 anni di studi universitari (anche in forma parziale) versando la somma fissa di 5.260 euro per ciascun anno.

Il pagamento potrà essere fatto in una sola volta o dilazionato fino a 120 rate mensili con possibilità di deduzione in dichiarazione dei redditi (cosa prevista anche per il riscatto laurea ordinario). Fra i requisiti previsti, bisogna aver conseguito il diploma di laurea, diversamente il riscatto non sarà ammesso, ed essere assicurato presso l’Inps, cioè aver versato dei contributi IVS. La differenza, rispetto al sistema ordinario, sta nel fatto che i contributi riscattati saranno validi solo per il sistema di calcolo contributivo al momento del pensionamento. In pratica, si versa nel sistema retributivo ma il conteggio verrà fatto in quello contributivo. Il vantaggio è dato sostanzialmente dal minor costo (circa la metà rispetto all’esempio di cui sopra).

Cosa conviene fare?

Il dubbio è lecito. Conviene pagare di più e avere una pensione più alta o approfittare del riscatto laurea agevolato e accontentarsi di una pensione più bassa? A tal fine è importante prendere in considerazione la carriera lavorativa del laureato e vedere quanto è stato versato prima del 1996 e quanto dopo. Chi ha iniziato a lavorare poco prima del 1995 e si ritrova pochi versamenti nel sistema retributivo, difficilmente riscattando anche quattro o cinque anni di studi universitari col sistema ordinario beneficerà di una corposa pensione, calcolata interamente o parzialmente col sistema retributivo. Chi, invece, ha iniziato a lavorare negli anni ’70 e prevede di ottenere con il riscatto laurea il diritto a un trattamento pensionistico calcolato interamente col sistema retributivo sarà avvantaggiato a riscattare la laurea in regime ordinario, anche se più costoso. Diversamente, riscattare la laurea per coloro che hanno pochi versamenti contributivi ante 1996 è sconveniente. Meglio il riscatto agevolato.

Boom di domande per riscatto contributi

L’operazione riscatto contributivo agevolato, nei primi nove mesi del 2019, cioè da marzo a dicembre, ha avuto un successo inaspettato, con ben 67.680 domande di riscatto presentate online all’Inps e per le quali verranno accreditati agli assicurati fino a 5 anni di contributi per i periodi scoperti.

Questa possibilità è concessa in via sperimentale fino al 2021 (per il riscatto laurea, invece, è permanente), ma è probabile che possa essere prorogata, visto l’accoglimento da parte degli iscritti alle varie gestioni Inps. Finora sono giunte all’Inps circa 29.000 domande per il riscatto dei periodi di studio all’Università.