In seguito allo scandalo Volkswagen le associazioni dei consumatori si stanno attivando per le richieste di risarcimento. Le automobili con emissioni sfalsate sarebbero circa 11 milioni. Di fronte al rischio di class action contro la casa automobilistica, da Wolfsburg hanno annunciato la decisione di accantonare 6,5 miliardi di euro nel terzo trimestre per coprire i possibili rimborsi. Vediamo i possibili scenari che interessano i consumatori italiani. Scopri come aderire alla class action contro la Volkswagen  

Scandalo Volkswagen: Altroconsumo in tribunale

Altroconsumo non appare sorpresa dallo scandalo Volkswagen: già un anno fa l’associazione dei consumatori, insieme al Beuc, aveva denunciato la prassi oggetto della polemica internazionale, diffidando le case automobilistiche, Volkswagen in primis, dal diffondere informazioni sui consumi fuorvianti.

Il prossimo 2 ottobre in Tribunale a Venezia si terrà l’udienza di una causa già pendente tra Altroconsumo e Volkswagen e, il recente scandalo, potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore della prima. A quanto ammontano i rimborsi chiesti alla Volkswagen in questo processo? Avere una stima è importante per poter prevedere come andranno le prossime richieste di risarcimento dopo lo scandalo. Nell’atto di citazione è stata chiesta una condanna pari a 502 euro l’anno per ogni possessore del modello Golf VW finito nel mirino. La cifra si ottiene considerando una percorrenza media annua di 15.000 km.

Scandalo Volkswagen e rimborsi: l’interrogazione parlamentare

Intanto Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ha fatto sapere di aver “chiesto con una interrogazione parlamentare l’attivazione dei ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei Trasporti per accertare se la violazione delle norme antismog verificatasi oltreoceano interessi anche automobili Volkswagen vendute e circolanti in Italia”. Se il danno venisse confermato, ai ministri toccherebbe il compito di mettere in campo iniziative volte a “ripristinare il pieno rispetto delle norme sul fronte delle emissioni delle auto, tutelando così l’ambiente e la salute dei cittadini”.

Per il momento il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha deciso di mettersi in contatto con il KBA, Kraftfahrt-Bundesamt, il principale omologatore delle auto incriminate, e con il costruttore.