La legge di bilancio 2023 ha previsto la quarta edizione della rottamazione cartelle esattoriali. Una definizione agevolata che permette di pagare solo la quota capitale del debito con azzeramento di sanzione ed interessi. Il beneficio interesserà però solo quei debiti del contribuente contenuti nei carichi affidati all’agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

La cosa non sarà automatica, ma chi vorrà aderirvi dovrà fare domanda all’ente di riscossione entro il 30 aprile 2023.
Probabilmente solo dopo questa nuova edizione si potrà attuare un miglioramento dell’attuale sistema di riscossione.

Lo si può desumere dalle parole scritte nel comunicato con cui la Corte dei Conti dice che

La riforma introdotta dalla legge di bilancio 2022, che attribuisce all’Agenzia delle Entrate le funzioni di indirizzo operativo e di controllo sulle attività di riscossione, eliminando i relativi aggi, può ancora essere migliorata nella direzione di un sistema delle esazioni più efficace, tempestivo e credibile, che tenga conto delle esigenze specifiche dei debitori.

Affermazioni che sono frutto dell’analisi, approvata con Delibera n. 56/2022/G, condotta dalla Sezione centrale di controllo ed in cui la magistratura contabile ha evidenziato l’importanza delle modifiche apportate per accentrare, sul modello dei principali paesi UE, le attività di accertamento e riscossione in un unico gestore.

Il sistema di riscossione prima e dopo il 2006

Ricordiamo qual è il percorso delle cartelle esattoriali. Se un soggetto ha un debito verso il fisco e quest’ultimo non riesce a recuperarlo direttamente, poi iscrive il debitore in un elenco chiamato ruolo. Con l’iscrizione a ruolo, il creditore (fisco) affida ad un terzo soggetto (ente di riscossione) il recupero del credito. Per recuperare il credito, l’ente di riscossione invia al debitore la cartella di pagamento.

Nelle menzionata delibera, la magistratura contabile, ripercorre la storia che ha portato la nascita dell’Agenzia Entrate Riscossione, ossia l’agente “pubblico” che oggi emana e fa recapitare ai contribuenti una cartella di pagamento.

La Corte dei Conti, quindi, ricorda che fino all’anno 2006 la riscossione era affidata in concessione a 38 società private, in prevalenza istituti bancari, che operavano in diversi ambiti territoriali.

Solo con il decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, poi il tutto è stato ricondotto in mano pubblica. A questo scopo nasceva la Riscossione S.p.a., successivamente rinominata Equitalia S.p.a. A questa società “pubblica” fu affidato, dal 1° ottobre 2006, il servizio di recupero in tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Sicilia.

L’Agenzia Entrate Riscossione: miglioramenti necessari

Successivamente è intervenuta la Legge di bilancio 2022, con cui il legislatore ha attribuito direttamente all’Agenzia delle Entrate, l’indirizzo operativo e il controllo delle attività di riscossione e in tema di remunerazione del servizio, eliminando gli aggi. Oggi non sentiamo, infatti, più parlare di Equitalia, ma esiste l’Agenzia Entrate Riscossione.

Secondo la Corte dei Conti, “tale riforma risulta suscettibile di ulteriori miglioramenti alla luce della necessità di migliorare la performance di riscossione del sistema, rendendo credibile, efficace e tempestiva l’azione stessa, pur tenendo conto delle esigenze specifiche dei debitori”.

Trovi qui l’analisi sulla riforma della riscossione.