Tra la riforma delle pensioni e la corsa al Quirinale, il cantiere è come un castello che rischia di crollare. Perché ad oggi non si può escludere la caduta del Governo guidato dal presidente del Consiglio Draghi. Nel caso in cui l’elezione del Presidente della Repubblica dovesse far saltare l’intesa politica che al momento sussiste tra le forze che sostengono l’attuale maggioranza.

Per il momento, tra la riforma delle pensioni e la corsa al Quirinale, il Governo italiano va avanti come se nulla fosse.

Visto che con i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil è stato fissato un calendario di incontri. I cui temi sono quelli relativi all’istituzione di tre tavoli tematici. Così come è riportato in questo articolo.

La riforma delle pensioni e la corsa al Quirinale. Il cantiere è come un castello che rischia di crollare

Dalla riforma delle pensioni alla corsa al Quirinale, infatti, per il momento nulla cambia. Con il Governo italiano che intende prima avviare. E poi approfondire la discussione sulla flessibilità in uscita e sulle pensioni dei giovani e delle donne. Ma anche sul rilancio della previdenza complementare.

Ed il tutto a patto che il Governo italiano non cada. E che il premier Mario Draghi non punti al Colle. Sono queste, infatti, le due condizioni, tra la riforma delle pensioni e la corsa al Quirinale, affinché nel 2023 possa venire alla luce una riforma strutturale della previdenza pubblica.

Il cantiere sulla previdenza pubblica è come un castello che rischia di crollare

In realtà, tra la riforma delle pensioni e la corsa al Quirinale, il cantiere è come un castello che rischia di crollare anche su un altro aspetto. Ovverosia, quello relativo alla sostenibilità dei conti pubblici. In quanto per dare una risposta alle istanze dei Sindacati sarà tutt’altro che semplice far quadrare i conti. Ovverosia, mettere a punto una riforma che poi per il sistema previdenziale sia sostenibile.