Per la riforma delle pensioni 2022-2023, i tavoli di confronto Governo-Sindacati passano da 1 a 3. Ecco come dopo che in data odierna, lunedì 20 dicembre del 2021, c’è stato il primo incontro a palazzo Chigi. Tra il presidente del Consiglio Mario Draghi ed i Sindacati di Cgil, Cisl e Uil.

In linea con le attese, il tavolo odierno sulla riforma delle pensioni 2022-2023 è stato interlocutorio. Così come è riportato in questo articolo. Ma nello stesso tempo è emersa una novità che è molto importante. Ovverosia, quella dell’istituzione di ben tre tavoli tematici.

Vediamo allora di cosa si tratta.

Riforma delle pensioni 2022-2023. I tavoli Governo-Sindacati passano da 1 a 3: ecco come dopo le festività natalizie

Nel dettaglio, per la riforma delle pensioni 2022-2023 un tavolo tematico è incentrato sulla flessibilità in uscita. Uno sulla previdenza per i giovani e per le donne. Ed il terzo ed ultimo tavolo di confronto tematico Governo-Sindacati che sarà incentrato sulla previdenza complementare.

Dopo questo incontro interlocutorio, per la riforma delle pensioni 2022-2023 il prossimo sarà fissato dal Governo italiano dopo le festività natalizie. In particolare, il dialogo riprenderà ad inizio 2022. Con l’Esecutivo che a breve stilerà un apposito calendario che sarà reso noto. Proprio ai Sindacati della Cgil, della Cisl e della Uil. E questo dopo che nei giorni scorsi c’è stato lo sciopero generale. Contro la manovra finanziaria da parte di Cgil e Uil. Mentre la Cisl si è solo limitata ad organizzare una manifestazione di sabato.

Cosa attendersi dai tre tavoli tematici Governo-Sindacati a partire dall’inizio del prossimo anno

Ed allora, per la riforma delle pensioni 2022-2023, cosa attendersi dai tre tavoli tematici Governo-Sindacati dall’inizio del prossimo anno? Dalla flessibilità in uscita è lecito attendersi il superamento della legge Fornero. Mentre dall’altro tavolo potrebbe uscire la tanto attesa pensione di garanzia per giovani. Mentre per quel che riguarda la previdenza complementare potrebbero arrivare buone notizie.

Proprio sulla pensione integrativa. Attraverso il rafforzamento dei benefici fiscali.