Presto dovrebbe riaprirsi il tavolo di confronto tra sindacati e Governo. Come annunciato dal ministro del Lavoro Orlando, i sindacati dovrebbero essere convocati a metà maggio. La discussione sulla Riforma Pensioni 2021 è ormai irrimandabile. Tra le proposte avanzate dai sindacati, Quota 41 e l’uscita a 62 anni di età sono le proposte che convincono di più.

In occasione dell’iniziativa sindacale “In pensione subito” tenutasi il 4 maggio, Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito le loro proposte.

A fine anno scadrà Quota 100 (l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 38 di contributi) e non verrà rinnovata.

Il rischio è il ritorno alla Legge Fornero dal 1° gennaio 2022, lo scalone che farà nuovamente scattare l’età a 62 anni per la quiescenza.

Quali proposte convincono di più lavoratori e futuri pensionandi?

Riforma Pensioni 2021: le due proposte sindacali che convincono di più

Come accennato, sono due le proposte avanzate dai sindacati che convincono maggiormente lavoratori e futuri pensionandi:

– Flessibilità in uscita dai 62 anni di età;

Quota 41 o, come l’ha definita Landini, ‘via dopo 40 anni di lavoro’ indipendentemente dall’età del lavoratore.

Due proposte annunciate diffusamente in questi giorni e che hanno raccolto il favore e l’apprezzamento di gran parte dei lavoratori, come si legge in tanti commenti online.

I cittadini sperano che a queste proposte possano seguire misure ad hoc e che non restino soltanto idee senza alcun riscontro.

Riforma Pensioni 2021: considerazioni positive e perplessità dei lavoratori sulle proposte dei sindacati

Tra tanti commenti online favorevoli sulle due proposte di punta dei sindacati, ne abbiamo estrapolato 3 fra le più significative:

– “Speriamo che le proposte di Landini diventino realtà. E’ straziante constatare che, dopo 40 anni, devi alzarti alle 6 del mattino mentre i tuoi figli non riescono a trovare lavoro“;

– “E’ ora che si faccia una riforma pensioni seria ed è giusto andare in pensione a 62 anni o con 40 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. In fondo, l’INPS fa i calcoli su 40 anni di contributi“;

– “Penso che 40 anni di contributi siano più che sufficienti, è una vita di lavoro e ci deve essere un ricambio generazionale”.

Non mancano le perplessità:

– “Sono un lavoratore precoce, ho iniziato a 14 anni ma purtroppo non faccio un lavoro usurante per usufruire dell’agevolazione. I precoci sono tutti uguali, non deve esserci distinzione: 41 per tutti e calcolo con sistema misto, non contributivo“;

– “Considerando il risparmio Quota 100 e i miliardi risparmiati purtroppo per le morti premature di tanti pensionati, le risorse ci sono. La pensione dai 62 anni resta l’unica via per sopravvivere“.