Con la riforma della Pubblica amministrazione arriva anche l’accentramento dei concorsi pubblici a livello centrale. Inoltre si vedrà la soppressione del voto minimo di laurea e la valorizzazione del lavoro flessibile e il superamento delle piante organiche.   La riforma contenuta nella delega Pa al governo dovrà attuarsi entro 18 mesi. Il particolare importante della riforma riguarda i concorsi pubblici. Con la delega si avrà l’introduzione di meccanismi valutativi con lo scopo di valorizzare l’esperienza professionale acquisita dagli aspiranti ed in particolare i rapporti di lavoro flessibili avuti con la Pa.

  Le modalità di espletamento dei concorsi e gli strumenti atti a garantire la riservatezza effettiva degli aspiranti per i temi d’esame. Cambiano anche le forme di preselezione per la composizione delle commissioni sono volte a garantirne l’imparzialità.   Cosa cambia quindi nei concorsi? Chi ha lavorato anche in forma precaria per le pubbliche amministrazioni potrà ottenere un ulteriore punteggio in sede di concorso volto a stabilizzare il rapporto di lavoro precario. Lo svolgimento dei concorsi dovrà essere effettuata in forma centralizzata e non aggregata in ambiti territoriali che siano abbastanza ampi da garantire una ampia partecipazione.     I criteri di valutazione dovranno essere uniformi allo scopo di garantire in tutto il territorio nazionale omogeneità qualitativa per funzioni equivalenti. Una novità importante è rappresentata dall’abolizione del voto minimo di laurea che non sarà più un requisito insieme all’accertamento della conoscenza della lingua inglese.