Il governo ha recentemente proposto un nuovo decreto legislativo, il tredicesimo nella serie di attuazioni relative alla riforma fiscale. L’esame di questo decreto IRPEF e IRES, previsto inizialmente per il 23 aprile 2024 durante il Consiglio dei Ministri, è stato rimandato a data da destinarsi. Tuttavia, è importante esaminare le possibili implicazioni di questo provvedimento, che riguarda varie categorie di reddito in Italia, incluse quelle delle persone fisiche e delle persone giuridiche.

Il decreto dovrebbe contenere 20 articoli e focalizzarsi prevalentemente su modifiche all’IRPEF e all’IRES.

Modifiche che hanno l’obiettivo di intervenire sui redditi provenienti da lavoro, sia per i lavoratori autonomi che per i dipendenti, nonché sui redditi delle società, sui redditi agrari e su altri tipi di redditi.

Bonus IRPEF: da 100 a 180 euro al mese

Uno degli aspetti più rilevanti del tredicesimo decreto sulla riforma fiscale riguarderebbe le modifiche al trattamento dei redditi più bassi, con previsioni di alcune novità favorevoli a questi contribuenti. In particolare, è previsto un aumento del trattamento integrativo, da 100 a 180 euro, per i lavoratori con redditi fino a 15.000 euro, o fino a 28.000 euro per chi ha una moglie e almeno un figlio a carico (si tratta dell’ex bonus Renzi) Questa modifica prevede una detassazione delle tredicesime e potrebbe portare un sostegno concreto alle famiglie con minori entrate.

Il decreto proporrebbe anche una stretta sulle agevolazioni riguardanti i premi di produttività, con un aumento dell’imposta sostitutiva dal 5% al 10%. Questa modifica colpirebbe anche i premi in forma di partecipazioni agli utili d’impresa. Inoltre, si introdurrebbero nuovi requisiti per le aziende che vogliono beneficiare della detassazione. Tra questi il rispetto dei principi ESG, che includono la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale.

Nuovo decreto di riforma fiscale: novità in arrivo per fringe benefit

Il tredicesimo decreto sulla riforma fiscale si soffermerebbe anche su una modifica dell’articolo 51, comma 3 del TUIR, riguardante i fringe benefit.

Verrebbe confermata la soglia di 258,26 euro, oltre la quale scatta l’imposizione fiscale. Verrebbe, invece, introdotta una nuova modalità di calcolo del valore dei beni e servizi in natura offerti ai dipendenti.

Infine, oltre, il decreto affronterebbe la questione della RITA, la Rendita integrativa temporanea anticipata, stabilendo che dal 1° gennaio 2025 questa potrebbe essere riconosciuta solo in caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento dei requisiti per la pensione.

Sebbene il decreto debba ancora essere esaminato e approvato, il ritardo nell’esame del provvedimento offre un’opportunità per riflettere ulteriormente su queste modifiche e per discutere apertamente le implicazioni delle riforme, assicurando che ogni decisione presa sia nel migliore interesse dei cittadini italiani e del sistema fiscale del paese.

Riassumendo

  • era atteso per il 23 aprile 2024, in Consiglio dei Ministri, il tredicesimo decreto di riforma fiscale
  • la discussione e l’approvazione non è stata (tutto è solo rimandato)
  • tra le misure che potrebbero arrivare spicca l’innalzamento da 100 euro a 180 euro del bonus IRPEF
  • interventi anche sui premi di produttività con il ritorno alla tassazione 10% in luogo del 5%
  • altre possibili novità per l’esenzione fringe benefit e per la RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata).