Sulla riforma fiscale IRPEF 2022 con il primo bonifico del Recovery plan per il Pnrr, ora o mai più. Perché con i fondi europei l’Italia può uscire dalla pandemia diventando un Paese più efficiente. Più moderno ed anche più equo. Proprio dal fronte della pressione fiscale che è notoriamente troppo alta.

Quella riforma fiscale IRPEF 2022, non a caso, non è più una suggestione. Dato che è arrivato all’Italia il primo bonifico del Recovery plan. Precisamente, 24,9 miliardi di euro di risorse. Che sono un anticipo, ovverosia la tranche iniziale.

Che ora il Governo italiano sarà chiamata a spendere al meglio attraverso un piano concreto di riforme.

Riforma fiscale IRPEF 2022 con il primo bonifico del Recovery plan e con il Pnrr, ora o mai più

Per la revisione della tassazione in Italia la conferma in queste ore è arrivata proprio dal presidente del Consiglio Mario Draghi, sulla riforma fiscale IRPEF 2022. Ma anche sulla concorrenza, infatti, si va dopo la pausa estiva verso la presentazione delle corrispondenti deleghe. E questo, nello specifico, in piena coerenza con i contenuti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Pure il MEF, che è chiaramente il ministero più interessato e più coinvolto, in vista della riforma fiscale IRPEF 2022, è intervenuto con una nota dopo l’arrivo del primo bonifico dall’Europa. Sottolineando, tra l’altro, che il Ministero dell’economia e delle Finanze si impegnerà per il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

A quanto ammontano i fondi del Recovery plan all’Italia per le misure del Pnrr

Per le misure del Pnrr, i fondi del Recovery plan all’Italia ammontano a complessivi 191,5 miliardi di euro. I 24,9 miliardi di euro già arrivati sono la prima delle tranche che, fino al 2026, saranno erogate all’Italia al raggiungimento dei target fissati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

Non solo per la riforma fiscale IRPEF 2022, quindi, ma anche per la concorrenza. Per la giustizia, per la semplificazione e, tra l’altro, pure per l’ammodernamento della pubblica amministrazione. Inoltre, dei 191,5 miliardi di euro assegnati all’Italia, 68,9 miliardi di euro saranno erogati sotto forma di sovvenzioni. Ovverosia, come contributi a fondo perduto.