Speranze ridotte al lumicino o addirittura, ridotte a zero. Questo ciò che si evince per la riforma pensioni 2024 dopo l’approvazione della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanze (NADEF), in Consiglio dei Ministri. Le risorse disponibili per il Governo sono poche, e la manovra finanziaria come sempre in deficit, non permetterà grandi interventi in materia previdenziale. E vengono meno anche alcuni correttivi alle misure previste, che negli ultimi giorni sembravano in procinto di passare.

“Salve, ho 63 anni di età e l’anno prossimo completo 36 anni di contributi.

Purtroppo lavoro in un settore che secondo i legislatori non è gravoso. Ma pare che il governo stia valutando l’idea di estendere ad altre attività lavorative la possibilità di andare in pensione con l’Ape sociale nel 2024. Secondo voi io che faccio il corriere (porto pacchi), potrei rientrare nell’estensione?”

Riforma delle pensioni, ecco le novità dopo l’approvazione del NADEF in Consiglio dei Ministri

Chi nutriva ancora qualche speranza di trovare nella legge di Bilancio la riforma delle pensioni nel 2024, dovrà mettersi l’animo in pace. Perché dalla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanze, il capitolo pensioni, come da previsioni, fa parte di uno dei collegati, ma non ci sono dotazioni finanziarie che possono autorizzare qualcuno a pensare a riforme del sistema, a quota 41 per tutti o ad una qualsiasi della altre misure di cui da tempo si parla.
Nulla ci sarà se si escludono le solite proroghe di quelle misure nate sperimentali e che continuano ad esserlo, con conferme temporanee anno dopo anno. E questo nonostante il governo abbia confermato di avere delle risorse aggiuntive figlie dei risparmi di quota 103. Infatti questa misura nata con la manovra dello scorso anno, è stata utilizzata da meno persone di quante se ne prevedevano. Le risorse aggiuntive però restano scarne e serviranno per indicizzare le pensioni e prorogare alcune misure, compresa la già citata quota 103.

Ape, opzione donna e quota 103 anche nel 2024, ma le modifiche?

Quindi, quota 103, Ape sociale e opzione donna. Sono queste le tre misure che verranno senza ombra di dubbio, prorogate dal governo nella prossima legge di Stabilità. La quota 103, con la sua pensione una volta raggiunti almeno i 62 anni ed una volta completati i 41 anni di contributi, sarà rinnovata di un altro anno. Parliamo della stessa misura che ha prodotto risparmi come detto prima. E se nel 2023 sono stati pochi rispetto alle previsioni, i lavoratori che hanno scelto questa strada per la pensione, immaginiamo che saranno pochi anche quest’anno. Prima di tutto perché 41 anni di contributi si avvicinano tanto ai 42 anni e 10 mesi di contributi che un lavoratore maschio deve maturare per andare in pensione con la quiescenza anticipata ordinaria. E per le donne che escono con la pensione anticipata classica con 41 anni e 10 mesi, il vantaggio di quota 103 è irrisorio.
Inoltre la misura prevede il divieto di cumulo dei redditi da lavoro con i redditi di pensione e questo è un altro aspetto negativo della misura, insieme al fatto che come importo, non può superare 5 volte il trattamento minimo.

Opzione donna e Ape sociale, si va verso la conferma senza correttivi?

Il nostro lettore ci chiede se nel 2024 l’Ape sociale sarà fruibile da più categorie di lavoratori rispetto a quelle previste oggi. La proroga dell’Ape sociale ci sarà, ma viste le dotazioni, probabilmente sarà una proroga con misura identica ad oggi. Quindi è difficile ipotizzare che il governo apra ad ulteriori lavoratori la possibilità di pensionarsi con l’Ape sociale. Tanto è vero che persino l’opzione donna rischia di essere confermata così come è quest’anno, nonostante le polemiche che l’accompagnano. Forse si toglierà solo il vincolo dei figli avuti a invalide e caregivers, che per poter accedere alla pensione a 58 anni, alla pari di disoccupate e assunte in aziende con tavoli di crisi aperti, devono aver avuto almeno 2 figli, altrimenti restano ferme a 60 anni (con un figlio solo a 59 anni).


Per il resto opzione donna dovrebbe rimanere come oggi, ancorata a sole 4 categorie di lavoratrici.