Sulla riforma del reddito di cittadinanza a settembre: 3 limiti che potrebbero essere cancellati. Vediamo quali sono, anzi quali potrebbero essere. Visto che da qui alla fine dell’anno sul sussidio potrebbero essere introdotti dei correttivi. Mentre ad oggi sembra essere remota l’ipotesi relativa all’abolizione del reddito di cittadinanza. Così come riportato in questo articolo.

Nel dettaglio, con la riforma del reddito di cittadinanza potrebbero, o comunque dovrebbero essere risolte alcune criticità. Con alcune di queste messe in evidenza, tra l’altro, dalla Caritas.

Nel sottolineare come alcuni paletti imposti, per l’accesso al sussidio, siano tali da escludere dalla misura molte famiglie povere.

Riforma del reddito di cittadinanza a settembre: 3 limiti che potrebbero essere cancellati

Per esempio, uno dei limiti che andrebbe cancellato è quello relativo ai limiti di reddito da rispettare. Che sono molti bassi rispetto a chi, pur avendo limiti di reddito più alti, in realtà non riesce concretamente ad arrivare alla fine del mese.

Un ampliamento delle spese ammissibili, con la riforma del reddito di cittadinanza, è un altro aspetto da valutare. Per esempio, con il reddito di cittadinanza non si possono acquistare beni utili ma aventi un costo elevato. Anche perché con la carta del reddito di cittadinanza non è peraltro possibile acquistare a rate.

In vista della possibile riforma del reddito di cittadinanza, inoltre, sul sussidio andrebbe rafforzato il dialogo tra i percettori e l’INPS. Specie quando chi prende il sussidio, per esempio, ritiene di percepire meno di quello che gli spetta. Per non parlare poi di quando sul sussidio in un mese, rispetto al mese precedente, sono applicate delle riduzioni in termini di importo erogato.

Quali sono attualmente i vincoli di reddito per accedere al sussidio

Aspettando la riforma del reddito di cittadinanza, ricordiamo che attualmente per accedere al sussidio l’ISEE non può superare i 9.360 euro.

Inoltre, c’è al momento un altro vincolo che è alquanto stringente.

Ovverosia, quello del possesso di un patrimonio finanziario non superiore a 6.000 euro. Soglia che aumenta in base ai componenti ed alle caratteristiche del nucleo familiare. Ma è chiaro che molte famiglie, che non rispettano tale requisito, di certo non navigano nell’oro.