Chi svolge attività lavorativa in orario notturno ha diritto a una pensione anticipata agevolata che ormai è strutturale e non scade. I lavoratori notturni infatti rientrano nel perimetro dello scivolo per lavori usuranti. Perché anche il lavoro notturno come per le attività usuranti, espone il diretto interessato a rischi fisici e di salute maggiori. Per questo motivo, il legislatore riconosce a questi lavoratori il diritto a una pensione anticipata agevolata, che consente di lasciare il lavoro prima rispetto ai requisiti ordinari.

Come detto, si tratta di una misura che rientra tra i cosiddetti lavori usuranti, e quindi servono determinati requisiti anagrafici, contributivi, una quota e altri requisiti specifici in base al ruolo ricoperto.

“Salve, sono un fornaio che lavora alle dipendenze di un grande forno industriale e non in Lombardia. Lavoro praticamente sempre di notte e vorrei delle delucidazioni sulla pensione per il lavoro notturno. So che ci sono dei vantaggi come pensione. Vi informo che ho compiuto la settimana scorsa 62 anni di età e ho 35 anni di contributi completati adesso. Faccio il fornaio da quando ero piccolo, anche se poi ho cambiato attività per buona parte della mia carriera lavorando come edile.”

Quali sono i requisiti per accedere alla pensione dei lavoratori notturni? ecco la guida dettagliata

Il lavoro notturno come attività riguarda la pensione in regime usuranti, ed è quello svolto dalle ore 00:00 alle ore 05:00 del mattino.
Per poter accedere alla pensione dei lavoratori notturni, come accade anche per le altre attività usuranti, il diretto interessato deve dimostrare all’INPS di aver svolto tale attività. Per i notturni bisogna dimostrare di aver svolto questo lavoro per almeno 6 ore al giorno nell’intervallo prima citato. E questo per buona parte dell’annualità di lavoro svolto. Unica alternativa possibile per chi non lavora esattamente dalle 00:00 alle 05:00 è quella di lavorare in questa fascia oraria per almeno 3 ore al giorno, ma per l’intero anno.

Per il diritto alla pensione agevolata come notturni, serve che tale attività lavorativa prima citata, per l’intero anno o meno, sia stata svolta per 7 degli ultimi 10 anni di carriera o in alternativa per la metà della vita lavorativa. Questi vincoli sono quelli che il nostro lettore deve tenere in considerazione. Perché se ha cambiato mestiere per buona parte della carriera, bisognerà verificare tutto questo. Se ci sono 7 anni da fornaio degli ultimi 10 per esempio. O se ha svolto questa attività per la metà della metà della vita lavorativa. Non basta pertanto, aver lavorato di notte a inizio carriera per maturare il diritto alla pensione anticipata oggi.

Requisiti, benefici e vantaggi per la pensione con quota 97,6 per chi ha 61 anni e 7 mesi di età

La pensione per gli usuranti se si parla di lavoro notturno, ha di base gli stessi requisiti di tutti i lavoratori che rientrano in questo speciale veicolo si pensionamento anticipato. Infatti servono:

  • almeno 61,7 anni di età;
  • almeno 35 anni di contributi versati;
  • completamento della quota 97,6.

Nel lavoro notturno però, la quota e quindi l’età anagrafica e i contributi variano in base al numero di notti di lavoro svolto ogni anno. E per i lavoratori notturni ma autonomi, i requisiti sono incrementanti di un anno dal punto di vista dell’età. Infatti:

  • con almeno 78 giorni di lavoro notturno all’anno è concessa la pensione a 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi;
  • da 72 a 77 giorni di lavoro notturno all’anno, è concessa la pensione a 62 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi;
  • da 64 a 71 giorni di lavoro notturno all’anno, è concessa la pensione a 63 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi.

La modalità di accesso alla pensione dei lavoratori notturni sono molto particolari

Come detto serve rendere edotto l’INPS del lavoro notturno svolto.

E questo può essere fatto o chiedendo all’azienda un riepilogo delle giornate lavorate di notte, e per gli ultimi 10 anni almeno, o mandando all’INPS tutte le buste paga sempre di 10 anni. Serve che il lavoro notturno sia stato effettivamente certificato dal datore di lavoro, con tanto di comunicazione dalla Direzione territoriale del lavoro di questo genere di attività. Chi, come il nostro lettore, conta di andare in pensione, avrebbe dovuto provvedere per tempo ad un adempimento.

Infatti serve presentare prima della domanda di pensione, quella di certificazione del diritto alla pensione. E questa domanda va presentata entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui si maturano i requisiti. Il nostro lettore dal punto di vista di età e contributi, sembra rientrare nello scivolo. Bisogna vedere se ha già ultimato la quota. Se rispetta il fatto dell’attività notturna nei 7 anni prima citati, avrebbe dovuto presentare la domanda di certificazione entro il primo maggio del 2022.

La domanda di certificazione tardiva, ecco le conseguenze

Se non ha presentato domanda di certificazione, e crediamo che non l’abbia fatto altrimenti avrebbe già la certezza di poter andare in pensione senza bisogno di chiedere nulla a noi, il lettore ha perduto alcuni mesi di pensione ma non il diritto all’uscita. Infatti la domanda di certificazione in ritardo, comporta il differimento della decorrenza della pensione. Nello specifico chi presenta domanda entro la fine del mese di maggio perde un mese di pensione. Chi presenta la domanda entro il 31 agosto dell’anno precedente quello di completamento dei requisiti, perde due mesi di pensione. Chi invece la presenta ancora successivamente, ed il nostro lettore potrebbe essere uno di questi, perde 3 mesi di pensione.