Non ci sarà tolleranza per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza che hanno iniziato a percepire il sussidio a marzo e che, nonostante gli avvisi, non hanno provveduto per tempo ad aggiornare il modulo entro lo scorso 25 ottobre. L’erogazione è sospesa e lo resterà fino a che non verrà fatta la dovuta integrazione.

Come integrare la domanda del Reddito di Cittadinanza e riavere il sussidio

Sono circa 100 mila (su una platea di 943 mila) i nuclei familiari che da marzo percepiscono il RdC e che, quindi, per adeguarsi alle nuove disposizioni, avrebbero dovuto integrare la documentazione. 

Proprio per evitare dimenticanze, l’Inps aveva provveduto ad inviare un SMS di allerta a tutti coloro che avrebbero dovuto integrare la domanda di reddito o pensione di cittadinanza presentata a marzo scorso.

In media l’80% ha provveduto entro la scadenza: delle 100 mila famiglie restanti, circa la metà sono extracomunitarie.

Con la sospensione immediata del sussidio lo Stato recupererà circa 2 miliardi. Questo importo non sarà riconosciuto a titolo di arretrato perché il sussidio si intende sospeso fino a integrazione dei documenti. Provvedendo a questo onere i titolari della carta riprenderanno a ricevere il RdC alle ordinarie scadenze mensili ma non recuperano il mese di ottobre perso.

Il Reddito di Cittadinanza durava sei mesi? Ecco per chi

Se, invece, non provvederanno all’integrazione lo Stato continuerà a risparmiare. Ricordiamo che scopo della documentazione aggiornata era quello di contrastare fenomeni di abuso del diritto: oggi, ad esempio, chi richiede il Reddito di Cittadinanza deve certificare di non essere sottoposto a misure cautelari, di non aver subito condanne negli ultimi dieci anni e di non avere nel proprio nucleo familiare un disoccupato per dimissioni. Quando sono entrate in vigore le modifiche circa 500 mila domande erano già state inoltrate: quindi il reddito è stato sì erogato solo per un periodo transitorio di sei mesi.