Anche se è stato limitato profondamente nell’ultima Legge di Bilancio il reddito di cittadinanza continua a registrare più di qualche dubbio nei beneficiari oltre che molto interesse da parte dell’opinione pubblica. La Legge di Bilancio ha ridotto la durata del sussidio per i soggetti attivabili al lavoro. E sempre per gli stessi soggetti ha aumentato gli adempimenti e gli obblighi per poter continuare a percepire il beneficio. Ma una cosa che va detta a chiare lettere è che la misura continua ad essere di fondamentale importanza per chi a fine mese ha difficoltà ad arrivare.

E anche per chi un lavoro, nonostante le cose che dicono al Governo e le critiche verso la misura, continua a non trovarlo. Oggi per esempio parliamo di soggetti beneficiari del sussidio che vivono a casa d’affitto. Una situazione non certo rosea quindi per chi nonostante le gravi condizioni reddituali ed economiche, deve anche pagare l’affitto.

“Buonasera a tutti, sono un beneficiario del reddito di cittadinanza che probabilmente continuerà ancora a percepirlo. Uso il condizionale perché bisognerà verificare il nuovo ISEE che ho appena aggiornato a gennaio e di cui non ho ancora la certificazione. Secondo me comunque sono uno dei soggetti che continuerà a percepirlo per tutta la durata e quindi fino a fine dicembre prossimo. Su questo pochi dubbi dal momento che vivo nelle stesse condizioni reddituali e patrimoniali che mi hanno consentito di percepirlo in questi anni. Ho due figli minorenni a carico di cui una che ha appena 5 anni e una moglie casalinga. Ciò che mi preme però è capire cosa devo fare per comunicare una novità che mi riguarda. Vorrei sapere se c’è la possibilità di comunicare all’INPS una variazione della quota d’affitto come percettore del RDC. Dato che nel modulo “SR181 esteso” non viene indicata la variazione dell’affitto, volevo chiedere cosa fare.

Dal primo febbraio ho cambiato casa e adesso pago 50 euro in più al mese di canone. Mi aumenterà il reddito di cittadinanza per via del maggior canone da pagare per il 2023?”

Reddito di cittadinanza e canone di affitto, ecco cosa capire del meccanismo

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Il quesito del nostro lettore è interessante perché parla di case in affitto e di reddito di cittadinanza insieme. Le due cose non sono separate anzi sono di estrema importanza entrambe. Le regole del reddito di cittadinanza infatti offrono la possibilità di approfondire bene l’argomento. Il sussidio erogato a chi è prossimo alla povertà, cioè il famoso reddito di cittadinanza è una prestazione che viene concessa a chi rientra nei parametri prestabiliti. Tutto come prescritto dal decreto numero 4 del 2019, il famoso “Decretone”, con cui fu varata per esempio anche la quota 100. Il reddito di cittadinanza ha una sua parte di integrazione al reddito di un singolo o della famiglia del beneficiario. Un’altra sua parte invece è quella relativa al cosiddetto affitto imputato.

Le due quote del reddito di cittadinanza, sicuri di sapere tutto?

In termini pratici il reddito di cittadinanza si distingue in due parti. La prima è quella che integra fino a 500 euro al mese il reddito di un singolo beneficiario. Per esempio se questo beneficiario non ha altri redditi e altri patrimoni prenderà esattamente 500 euro. Se invece a 100 euro mensili di reddito, prenderà 400 euro di sussidio. La seconda componente invece è quella che potremmo definire dell’affitto imputato. In pratica si tratta del contributo che l’Inps da a chi beneficia del reddito di cittadinanza e vive a casa in affitto. Quando si parla di sussidio erogato fino a un massimo di 780 euro al mese, si fa riferimento alle due quote. E 780 euro al mese è poi la soglia della povertà calcolata dall’Istat.

In pratica, si parla di componente reddituale e di affitto imputato insieme. E se la componente reddituale è di 500 euro al mese per il singolo, di conseguenza la componente dell’affitto è pari a 280 euro al mese.

Come incide il canone di affitto sul reddito di cittadinanza

Ma è vero che più si paga di affitto più si prende di reddito di cittadinanza? una domanda questa cui è facile rispondere. Essendo fissa la componente dell’affitto imputato, la risposta non può che essere negativa. Quindi, da questo punto di vista non cambia nulla per quanto concerne il nostro lettore che ci chiede come fare a comunicare all’INPS di aver cambiato casa. Anche se conferma di essere assoggettato adesso ad un affitto più alto, nulla cambia. Infatti 280 euro prendeva prima e 280 euro continuerà a percepire anche adesso. Per questo motivo sul modello citato dal nostro lettore, l’INPS non ha previsto nessun modo di comunicare questo dato. Perché tra le variazioni che incidono sul beneficio, il costo del canone di affitto della casa abitazione del nucleo familiare dei beneficiari del sussidio, non incide.

Ma qualcosa il beneficiario del sussidio deve comunque fare

Questo non vuol dire che il nostro lettore non debba fare qualcosa per via della variazione del suo contratto di affitto. Infatti il pagamento di un affitto più alto rispetto a quello precedente è qualcosa che potrebbe consentirgli un vantaggio dal punto di vista del sussidio, anche se indirettamente. In pratica potrebbe percepire di più dal momento che il canone di affitto pagato per la propria casa finisce con l’incidere sull’ISEE. Finirebbe con l’abbassare l’ISEE del nucleo familiare con conseguente aumento eventuale della quota di integrazione al reddito del sussidio. Una cosa difficile da materializzarsi ma non certo impossibile. Sarà l’INPS poi a collegare il reddito di cittadinanza del richiedente al nuovo ISEE aggiornato con i nuovi dati dell’affitto. Quindi, ricapitolando, per quanto riguarda la domanda del reddito di cittadinanza, o per l’integrazione della stessa domanda, il nostro lettore non deve fare assolutamente nulla.

L’unica cosa che è chiamato a effettuare e a fare è aggiornare l’ISEE. Perché quello che ha in corso di validità, non è più tale dal momento che è cambiata la componente dell’affitto. Unico adempimento pertanto è l’immediata variazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) con cui chiederà un nuovo ISEE.