La legge di bilancio 2023 ha toccato il reddito di cittadinanza. Nel 2023 il sussidio sarà al massimo per 7 mesi (non più 18 rinnovabili) per coloro che sono considerati abili al lavoro, ossia che hanno un’età compresa tra 18 anni e 59 anni.

Non sono, invece, considerati abili al lavoro e, quindi, avranno il sussidio per l’intero anno 2023, coloro che fanno parte di un nucleo familiare in cui si sia almeno uno tra i seguenti soggetti:

  • persona disabile
  • figli minori
  • persona con età di almeno 60 anni.

Secondo le stime del Ministro del Lavoro, Marina Calderone, i nuclei familiari occupabili sono circa 404.000.

Reddito di cittadinanza, il calcolo dei 7 mesi

Il ministro ha tenuto anche a ricordare che la durata massima dei 7 mesi è da intendersi mobile. Quindi, ad esempio:

  • chi inizia a percepire il reddito di cittadinanza per la prima volta a gennaio 2023, lo percepirà al massimo fino a luglio 2023
  • chi inizia a percepire il reddito di cittadinanza per la prima volta a febbraio 2023, lo percepirà al massimo fino ad agosto 2023
  • e così via fino alla data del 31 dicembre 2023.

Questo significherebbe anche che chi inizierà a percepire il reddito di cittadinanza per la prima volta, ad esempio, a settembre 2023, lo percepirà al massimo fino a dicembre 2023. Quindi meno di 7 mesi. Dal 1° gennaio 2024, infatti, secondo quanto previsto dalla stessa legge di bilancio 2023, il reddito di cittadinanza dovrebbe sparire per fare spazio ad una nuova misura di contrasto alla povertà. Una misura che però dovrà ancora essere definita nei destinatari, nei requisiti e nell’ammontare.

L’obbligo formativo di 6 mesi e i corsi che non ci sono

Non solo riduzione della durata del reddito di cittadinanza nel 2023, ma anche altre misure restrittive al sussidio.

Nel 2023 perderà il sussidio chi rifiuterà la prima offerta di lavoro congrua. Dunque, perdita del reddito non più al secondo rifiuto.
Previsto anche l’obbligo di seguire per almeno 6 mesi nel 2023 un corso di formazione o riqualificazione professionale.

Chi non adempie perderà il reddito di cittadinanza. Saranno le regioni a dover segnalare ad ANPAL chi non rispetta questo requisito.

Ed è proprio sull’obbligo formativo che già sta cascando l’asino. Ad oggi, febbraio 2023, manca ancora il piano di formazione. E se i corsi verrebbero attivati luglio, già non sarà più possibile rispettare i 6 mesi. Anche se il ministro Calderone ha rassicurato che il governo ci sta lavorando. È solo questione di tempi tecnici.

Ricordiamo, tuttavia, che tale obbligo formativo interessa solo i percettori del reddito di cittadinanza tra i 18 anni e i 65 anni, non occupati o pensionati, non frequentanti un regolare corso di studi. Inoltre, non riguarda nemmeno quei nuclei familiari in cui ci sono persone disabili, figli minori e/o persone con almeno 60 anni.

Altra restrizione interessa i percettori del sussidio di età compresa tra 18 anni e 29 anni. Questi lo perderanno se non sono in regola con il percorso scolastico obbligatorio e non dimostrano l’iscrizione e la frequenza di percorsi di istruzione per adulti di primo livello o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo di istruzione.