Tra tutte le restrizioni al reddito di cittadinanza 2023, una è quella che preoccupa abbastanza. Parliamo del rifiuto della prima offerta di lavoro.

Dire no comporterà la perdita del sussidio. Se prima la perdita era al secondo rifiuto, ora nel 2023 il beneficio sarà tolto al primo rifiuto. Ma c’è di più. C’è il rischio che il governo metta una nuova stretta. Per adesso la legge di bilancio 2023 ha deciso di mantenere il requisito della congruità. Il beneficio si perde al primo rifiuto ma deve pure sempre trattarsi di un’offerta di lavoro da considerarsi “congrua”.

Ma cosa significa offerta di lavoro congrua?

Quando l’offerta di lavoro è congrua

Come per il 2022, anche per il reddito di cittadinanza 2023, un’offerta di lavoro è da considerarsi “congrua”, si sensi dell’art. 25 del D. Lgs. n. 150/2015, se:

  • è coerente con le esperienze e le competenze maturate
  • la sede di lavoro è localizzata entro:
    • 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi pubblici
    • entro 80 chilometri di distanza dalla residenza o comunque raggiungibile nel limite temporale massimo di cento minuti con i mezzi pubblici, in caso di rapporto di lavoro a tempo determinato o a tempo parziale
  • la retribuzione è:
    • superiore di almeno il 10% per cento rispetto al beneficio mensile massimo fruibile da un solo individuo, inclusivo della componente ad integrazione del reddito dei nuclei residenti in abitazione in locazione, riproporzionata in base all’orario di lavoro previsto nel contratto individuale di lavoro
    • non inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi
  • il rapporto di lavoro è:
    • a tempo pieno o con un orario di lavoro non inferiore al 60% dell’orario a tempo pieno previsto nei medesimi contratti collettivi
    • a tempo indeterminato oppure determinato o di somministrazione di durata non inferiore a tre mesi.

Reddito di cittadinanza 2023, in arriva una nuova stretta?

Si parla di un decreto lavoro in dirittura d’arrivo che potrebbe portare ad una nuova stretta proprio sull’offerta di lavoro nel reddito di cittadinanza.

C’è il rischio che il governo Meloni decida di far decadere dal beneficio chi non accetta la prima offerta di lavoro anche se “non congrua”. Secondo indiscrezioni però si vorrebbe mantenere almeno il requisito della territorialità.

Questo ad esempio, significherebbe, che non perderebbe il reddito di cittadinanza 2023 chi riceve un’offerta di lavoro di soli pochi giorni e la riceve ad oltre 80km dalla propria residenza.