La legge di Bilancio rispetto a meno di due settimane fa è già stata modificata in alcuni aspetti e per alcune misure. Ma un provvedimento che riscuote molto interesse non è stato ancora ritoccato. L’articolo 27 della bozza della manovra, con le sue misure in materia di riscatto dei periodi non coperti da retribuzione e di adempimenti relativi a obblighi contributivi, sarà in vigore in via sperimentale per il biennio 2024-2025. Pertanto si potranno di fatto coprire periodi di mancata contribuzione per renderli buoni sia per il diritto alla pensione che per la misura della pensione stessa.

Ma quanto costa questa operazione e come funziona nello specifico la misura che tutti conoscono come Pace Contributiva? Oggi cerchiamo di rispondere ad una nostra lettrice che ci ha chiesto di quantificare l’esborso a cui sarebbe chiamato.
“Salve, ho letto con interesse un vostro precedente articolo del 26 ottobre in cui parlate di recuperare 5 anni di contributi con la nuova Pace Contributiva. Dal momento che leggendo i requisiti, io mi troverei a poter fare questo, avendo iniziato la carriera dopo il 1995. Ho 17 anni di contributi, e nel 2024 compio 64 anni di età. Secondo voi se riscatto tutti i 5 anni previsti, visto che dal 1996 del primo contributo ad oggi, ho più di 5 anni di vuoto, potrei rientrare nella pensione anticipata contributiva? e se si, quanto mi costa il riscatto?”

Recuperare 5 anni di contributi per andare in pensione o aumentare l’assegno, ecco quanto costa

La Pace Contributiva altro non è che la possibilità di recuperare fino a massimo 5 anni di contributi coprendo periodi che non sono coperti da contribuzione a qualsiasi titolo versata. In pratica detti periodi devono essere scoperti da qualsiasi forma di copertura contributiva. Il lavoratore può, pagando l’onere di quello che a tutti gli effetti è un riscatto, renderli utili sia al diritto che alla misura della prestazione.

Infatti questo strumento può servire sia per chi deve arrivare al giusto ammontare dei contributi da raggiungere per uscire dal lavoro, che per aumentare semplicemente l’assegno per chi invece non ha problemi a centrare una pensione. Il governo ha deciso di varare questa Pace Contributiva per il biennio 2024-2025, riproponendo la sperimentazione di una misura che aveva fatto capolino nel decreto n° 4 del 2019. E come allora anche stavolta la Pace Contributiva riguarda lavoratori il cui primo periodo di contribuzione versata è successivo al 31 dicembre 1995.

Per i contributivi il favore del riscatto dei periodi di vuoto

Quindi, un lavoratore che ha cominciato a versare contributi, a qualsiasi titolo, dopo l’entrata in vigore del regime contributivo, può recuperare 5 anni di contributi. La nostra lettrice è una di quelle persone che possono sfruttare l’occasione. Anche se dobbiamo dire che per il suo obbiettivo della pensione anticipata contributiva non è detto che questo basti. La Pace Contributiva consente di accedere alla pensione a chi si trova con alcuni anni di contributi mancanti al raggiungimento della sua pensione. Ma per la pensione anticipata oltre che 64 anni di età e 20 anni di contributi, serve che la pensione sia di un certo importo. Oggi tale importo non deve essere inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale. Ma nel 2024 sembra che il governo abbia deciso, sempre nella legge di Bilancio, di passare il limite a 3,3 volte lo stesso assegno sociale. In pratica servirà una pensione più alta per poter lasciare il lavoro con l’anticipata contributiva a 64 anni di età con 20 anni di contributi come contributivi puri.

Occhi a partire in quarta con il riscatto, perché ci sono misure che non si centrano comunque

La nostra lettrice non è detto che arrivi a recuperare una pensione così alta per poter lasciare effettivamente il lavoro. Ecco perché abbiamo seri dubbi che possa trovare conveniente riscattare con la Pace Contributiva 5 anni di vuoti.

Anche perché la Pace Contributiva non è gratuita. Infatti agli interessati tocca l’onere di versare i contributi di tasca propria per coprire i periodi di vuoto. E il calcolo parte dalla retribuzione, come sempre. Infatti è in base alla retribuzione degli ultimi 12 mesi di lavoro che il contribuente deve versare i contributi. Nello specifico, per il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) l’aliquota contributiva è pari al 33% dello stipendio utile ai fini previdenziali e assicurativi che il diretto interessato percepisce.

Come riscattare fino a 5 anni di contributi con la Pace Contributiva

In base al funzionamento della misura del passato, un anno di contributi può essere riscattato versando una cifra di oltre 5.000 euro. L’esborso è elevato quindi per chi volesse riscattare tutti e 5 gli anni che la normativa rende possibile. E chi, come la nostra lettrice, non è certa di poter andare in pensione comunque, deve fare bene i conti. Come devono farli bene quelli che vogliono solo aumentare la loro pensione mensile. Va considerato comunque che l’onere del riscatto di questi periodi, può essere versato anche a rate e non solo in unica soluzione. Ma è naturale che chi deve andare in pensione sfruttando questo riscatto, deve fare subito a completare il pagamento. perché se versa a rate, solo al termine dei versamenti potrà raggiungere i requisiti utili ad una pensione.

Rate, detrazioni e le altre cose da conoscere per il riscatto dei contributi per le pensioni

Il numero massimo di rate che è possibile ottenere è pari a 120. Infatti l’onere può essere pagato a rate mensili non inferiori a 30 euro e per 10 anni. Un vantaggio fiscale però la Pace Contributiva lo prevede. Infatti si può scaricare dal reddito il 50% della spesa sostenuta. Ed anche in questo caso, in 5 rate annuali, nel senso che servono 5 anni consecutivi di 730. Un ritorno fiscale del 50% dell’intera spesa sostenuta in 5 rate annuali di pari importo.

Infine va detta una cosa. Per la Pace Contributiva i periodi riscattabili sono solo quelli compresi tra l’anno del primo versamento e l’anno dell’ultimo. In parole povere, non possono essere riscattati contributi antecedenti il 1° gennaio dell’anno a partire dal quale un lavoratore ha iniziato a versare, oppure successivi al 31 dicembre dell’ultimo anno di versamento.