Quota 41 esiste già nel 2024. Tuttavia non è proprio quella forma di pensionamento anticipato che Lega e sindacati avrebbero voluto per quest’anno, cioè una forma di uscita valevole per tutti con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Costerebbe troppo, secondo il governo e per gli esperti di previdenza. Per cui è probabile che sarà introdotta solo più avanti e con un sistema di calcolo della pensione penalizzante.

Ma veniamo alla Quota 41 esistente nel 2024. Si tratta innanzitutto, nello specifico, dell’uscita anticipata riservata ai lavoratori che hanno raggiunto i 62 anni di età e maturato appunto almeno 41 anni di contributi.

Questa opzione è meglio conosciuta come Quota 103, risultato della somma fra i due requisiti per andare in pensione. C’è poi la Quota 41 riservata ai lavoratori precoci che consente a chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni di andare in pensione anticipata se si hanno almeno 41 anni di lavoro alle spalle.

Quota 41 nel 2024, ecco come funziona

Ricapitolando, quindi, quest’anno si può andare in pensione con Quota 41 solo se si compiono 62 anni di età entro il 31 dicembre. Bisogna però avere un’anzianità contributiva corrispondente a 41 anni di assicurazione IVS, sempre entro tale data. In gergo si parla più comunemente di Quota 103, scaduta lo scorso anno, ma che è stata prorogata dal Parlamento con alcune modifiche in senso restrittivo.

La più importante di queste penalizzazioni riguarda il sistema di calcolo della pensione che da quest’anno, e solo per chi non ha maturato il diritto al trattamento prima del 1 gennaio 2024, avviene con il sistema di calcolo contributivo. Per chi ha cristallizzato il diritto lo scorso anno ma lo esercita nel 2024, il calcolo della rendita avviene con il sistema misto.

C’è poi la finestra d’uscita, cioè quel lasso di tempo che intercorre fra la maturazione del diritto alla pensione anticipata e il pagamento del primo assegno da parte dell’Inps.

Da quest’anno bisogna aspettare 7 mesi se trattasi di lavoratore autonomo o dipendente del settore privato, mentre diventa di 9 mesi se dipendente pubblico.

Anche la misura dell’assegno risulta limitata a un importo massimo pari a 4 volte il valore del trattamento minimo (lo scorso anno era di 5 volte). Quindi la pensione sarà corrisposta fino alla maturazione dei requisiti ordinari di vecchiaia fino alla soglia di 2.255 euro al mese facendo riferimento all’importo determinato dall’Inps per il 2023.

Precoci in pensione con 41 anni di contributi

Quota 41 si riferisce anche ai lavoratori precoci. Un diritto che riguarda solo coloro che hanno iniziato a lavorare in età precoce e hanno versato almeno 12 mesi di contributi nel sistema retributivo (prima del 1996) prima del compimento del 19 esimo anno di età. Nel complesso, però, bisogna aver accumulato almeno 41 anni di contribuzione. Anche in gestioni diverse e cumulabili fra loro per accedere a questo tipo di trattamento.

La pensione è calcolata con il sistema retributivo e contributivo (misto) ed è pagata dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti, sia che si tratti di lavoratore pubblico che privato o autonomo. La domanda di pensione per lavoratori precoci va presentata entro il 1 marzo di ogni anno. Si tratta di una istanza atta a ottenere la certificazione da parte dell’Inps del diritto ad andare in pensione con questo sistema.

Ricordiamo che per sfruttare questa forma di Quota 41 è necessario che il lavoratore si trovi anche in uno stato di fragilità o disagio sociale. Vale a dire, deve essere caregiver da almeno 6 mesi, invalido al 74%, trovarsi in stato di disoccupazione o appartenere alla categoria dei lavoratori usuranti.

Riassumendo…

  • Quota 41 è una forma di pensione anticipata che già esiste nel nostro ordinamento.
  • Per il 2024 è indicata più propriamente come Quota 103 e presuppone il possesso di 41 anni di contributi.
  • Vale anche per i lavoratori precoci che possono uscire in anticipo con 41 anni di lavoro.