Il Portogallo non concederà più benefici fiscali ai pensionati stranieri che si trasferiscono. Dal prossimo anno, il governo Costa ha deciso di ripristinare l’aliquota fiscale precedente il 2012 per i redditi da pensione prodotti all’estero, quindi senza più distinzione fra residenti abituali e non.

Una notizia che lascia un po’ attoniti molti lavoratori italiani che già stavano assaporando l’idea di trasferirsi a vivere in terra lusitana con la loro pensione. Anche perché il costo della vita, salito enormemente con il ritorno dell’inflazione, sta mettendo a dura prova la tenuta dei conti familiari.

E poter risparmiare sulle tasse è uno degli obiettivi di tutti.

Portogallo: stop alla flat tax al 10% per le pensioni straniere

Il ritorno della tassazione ordinaria sarà però valido solo per coloro che trasferiscono la residenza dal prossimo anno. Chi l’ha già fatto o lo farà entro il 31 dicembre 2023 potrà beneficiare ancora della flat tax al 10% prevista sui redditi da pensione estera per 10 anni. Sempre che qualcosa non cambierà anche per costoro col tempo. Nulla è, infatti, scontato.

Ricordiamo a tal proposito che il Portogallo aveva adottato dapprima (dal 2012) una esenzione fiscale totale sui redditi da pensione per gli stranieri. Poi dal 2020 questa esenzione è stata sostituita da una flat tax al 10%, sempre vantaggiosa, ma non ideale visto che non distanti dall’Italia ci sono altri paradisi fiscali per pensionati. A volte più convenienti.

Non è quindi da escludere che questa aliquota possa nuovamente salire col tempo. Anche perché le proteste dei portoghesi di fronte a una manovra fiscale sono state forti. Benché sia servita per attrarre capitali in patria dopo la crisi del debito, il costo per i contribuenti stava cominciando a farsi sentire.

Il risparmio dei pensionati italiani

Ma quanto hanno risparmiato finora i pensionati italiani che si sono trasferiti a vivere in Portogallo per almeno sei mesi all’anno con la loro pensione? Ebbene, il calcolo non è difficile da fare.

Per chi ne ha approfittato dal 2012 per 10 anni, ha risparmiato interamente sulle trattenute Irpef per 8 anni e poi negli ultimi due ha pagato solo il 10% di imposte.

Su una pensione di 2.000 euro al mese ciò equivale a circa 4.100 euro all’anno fra aliquote Irpef e addizionali locali. In dieci anni di permanenza in Portogallo il beneficio fiscale ha fruttato quindi 35.800 euro, tenuto conto che gli ultimi due periodi sono stati tassati al 10%. Quindi il pensionato italiano ha pagato solo 5.200 euro di tasse. In Italia avrebbe versato 41.000 euro di imposte.

Chiaramente questo risparmio fiscale è tanto più corposo e vantaggioso quanto maggiore è la pensione. Secondo i dati Inps, infatti, i pensionati italiani che si sono trasferiti a vivere in Portogallo (circa 3.500) percepiscono una pensione media di 2.850 euro con punte di oltre 5.000 euro al mese.

Altri paradisi fiscali in scia al Portogallo

Via dal Portogallo, restano altre mete ambite dai pensionati italiani. Come la Grecia, Cipro, la Tunisia, l’Albania o la Bulgaria. Ce n’è per tutti i gusti. Ma attenzione, perché – secondo gli esperti – quello che è successo in Portogallo potrebbe presto accadere anche altrove. Queste manovre fiscali, fatte per attirare capitali stranieri, sono spesso di breve durata.

Con il ritorno dell’inflazione e le esigenze di bilancio dei Paesi più in difficoltà, come appunto il Portogallo, la Grecia, Cipro, ecc. i primi a lanciare campagne fiscali per attirare pensionati sono stati molti. Ma gli stessi sono anche i primi a ritirarle se le cose si mettono male.

Riassumendo…

  • Dal 1 gennaio 2024 il Portogallo non concederà più agevolazioni fiscali ai pensionati stranieri.
  • Altri paradisi fiscali vicini all’Italia, come Tunisia o Grecia, potrebbero presto seguire il Portogallo.
  • Chi ha approfittato del bonus fiscale sulla pensione ha risparmiato molti soldi.
  • Solo per le pensioni medio-alte vale la pena trasferire la residenza all’estero.