Quanto si potrà prendere di pensione in base all’anno di inizio lavoro e all’ultimo stipendio. L’importo della pensione dipende da diversi fattori, tra cui l’andamento dell’economia in Italia, l’aumento della speranza di vita, da quando si ha iniziato a lavorare, da quando si uscirà dal mercato occupazionale e dal percorso lavorativo.

L’importo della pensione dipende anche dal sistema di calcolo applicato in base al periodo in cui i contributi sono stati maturati, con il retributivo prima del 1996 e con il contributivo successivamente.

L’importo dell’assegno previdenziale è inferiore rispetto all’ultimo stipendio percepito.

Quanto si potrà prendere di pensione: il tasso di sostituzione

Per comprendere l’importo dell’assegno previdenziale è necessario fare riferimento al tasso di sostituzione, ovvero il rapporto percentuale che c’è tra il primo assegno previdenziale e l’ultimo stipendio percepito prima di ritirarsi dal mercato occupazionale. Si tratta di una misura che esprime la copertura previdenziale garantita ai lavoratori del settore privato e pubblico in base al percorso lavorativo.

Cosa è cambiato con le riforme sulla pensione? Prima dell’anno 1995 (Riforma Dini), il sistema retributivo garantiva un assegno previdenziale sino all’80% degli ultimi stipendi percepiti prima del termine dal servizio.

Il sistema retributivo garantiva un tasso di sostituzione elevato a fronte di una spesa pensionistica troppo onerosa.

Dal 1996 è stato introdotto il sistema contributivo, che ha legato il valore dell’assegno previdenziale all’andamento del PIL, all’entità dei contributi versati annualmente e la variabile anagrafica del ritiro dal mercato occupazionale.

Il sistema contributivo “avvantaggia” tutti coloro che hanno carriere lavorative lunghe e retribuzioni stabili perché prende in considerazione tutto quanto è stato versato.

Il sistema contributivo penalizza i lavoratori autonomi, coloro che hanno periodi di disoccupazione ampi e coloro che escono ad età più basse.

Con la Riforma Dini e la Riforma Fornero, il tasso di sostituzione è passato dall’80 al 74% dell’ultimo stipendio percepito.

Questa percentuale sarà destinata ad abbassarsi.

Quali sono le conseguenze per i giovani? Per non perdere gli anni di contributi e ritrovarsi all’età di vecchiaia con un montante ridotto, i giovani dovranno sperare che la propria carriera lavorativa sia il più possibile continuativa.

Calcolo Assegno Previdenziale: quanto influisce l’anno di inizio

L’anno in cui si è iniziato a lavorare incide sul calcolo della pensione. Il 1996 segna una data spartiacque importante. Un lavoratore che abbia versato 20 anni di contributi ma abbia iniziato a versare già prima del 1996 avrà un assegno previdenziale differente da un lavoratore che ha iniziato a versare i contributi dopo il 1996.