“Un uomo esplora la propria mente in cerca di pensieri e non trova che luoghi comuni; ma, a un certo momento, sul vecchio argomento dei giorni, della politica, fa una distinzione che non ha mai fatta; egli intravvede una piccola apertura mai vista prima. Dove c’era un muro ora c’e una porta“, affermava Ralph Waldo Emerson. Per la versione “chiusa una porta si apre un portone“, d’altronde, è bene non scoraggiarsi di fronte ai piccoli problemi.

Bisogna invece attivarsi al fine di trovare una soluzione.

Lo sanno bene i tanti percettori del reddito di cittadinanza che nel corso del 2023 devono dire addio a tale trattamento. Quest’ultimi, però, non devono scoraggiarsi. Questo perché la maggior parte di coloro che perderanno il sussidio targato Movimento 5 Stelle si vedranno erogare delle misure alternative. Ecco di quali si tratta e a quanto ammontano.

Quanto prende chi perde il reddito di cittadinanza ma ha diritto alle altre misure

La sospensione del reddito di cittadinanza continua a far parlare di sé. Diverse le famiglie che hanno ricevuto comunicazione da parte dell’Inps in merito al fatto che non hanno più diritto al sussidio targato Movimento 5 Stelle già nell’anno in corso. Se tutto questo non bastasse a partire dal 2024 si assisterà all’addio definitivo a tale misura. Fortunatamente per i soggetti interessati non vi è motivo di disperare. Se in possesso di determinati requisiti, infatti, potranno beneficiare di due nuovi sussidi, ovvero l’assegno di inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro.

Quest’ultimo è rivolto a coloro che hanno un’età compresa tra 18 e 59 anni che possono lavorare e hanno un Isee pari a massimo 6 mila euro. Il nucleo famigliare di riferimento non deve vedere la presenza di disabili, minori e over 60. È inoltre fondamentale che i soggetti interessati prendano parte ad attività di formazione obbligatorie.

Più che di un sussidio, in effetti, il Supporto per la Formazione e il Lavoro è un rimborso spese dall’importo paria 350 euro al mese che verrà erogato per massimo un anno, non rinnovabile.

Assegno di inclusione al via da gennaio 2024

I nuclei famigliari che presentano un minore, un soggetto disabile o una persona con un’età superiore a 60 anni potranno beneficiare del reddito di cittadinanza fino alla fine di dicembre 2023. Da gennaio 2024 avranno diritto all’assegno di inclusione. A tal proposito si ricorda che come riportato dall’articolo 3 del decreto legge numero 48 del 4 maggio 2023:

“Il beneficio economico dell’Assegno di inclusione, su base annua, è composto da una integrazione del reddito familiare, come definito nel presente decreto, fino alla soglia di euro 6.000 annui, ovvero di euro 7.560 annui se il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni ovvero da persone di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza”.

L’importo dell’assegno di inclusione, pertanto, sarà pari a 500 euro mensili. A quest’ultimo si può aggiungere un contributo per l’affitto da 280 euro al mese. Per i nuclei famigliari composti solamente da persone con un’età pari almeno a 67 anni o da 67enni e disabili l’importo dell’assegno di inclusione incrementa fino a 630 euro. In tal caso l’integrazione per l’affitto scende fino a 150 euro. In ogni caso, l’assegno di inclusione non può essere inferiore a 480 euro annui. Per quanto riguarda le tempistiche, verrà corrisposto per 18 mesi e potrà essere rinnovato per altri 12 mesi. Il tutto fermo restando un periodo di pausa pari ad un mese.