La pensione anticipata a 64 anni, come previsto dalla riforma Fornero, è uno specchietto per le allodole. Soprattutto per i giovani lavoratori o, più precisamente, per coloro che fanno affidamento sul solo calcolo contributivo della pensione. Cioè che hanno iniziato a versare i contributi dopo il 1996. Per costoro l’assegno non sarà paragonabile, a parità di anni di lavoro, a quanto corrisposto dallo Stato alle generazioni precedenti.

L’uscita anticipata a 64 anni di età prevede, oltre al requisito minimo contributivo di 20 anni di versamenti, anche un importo minimo pari a 3 volte il valore dell’assegno sociale.

Una cifra che, a tutti gli effetti, non è raggiungibile dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. Per ottenere, infatti, un importo minimo equivalente di pensione (6.947 euro all’anno) ci vuole un montante contributivo di circa 400 mila euro.

La pensione anticipata 64 anni fra sogno e realtà

Andare in pensione a 64 anni sarà quindi una chimera. Solo chi può vantare una retribuzione alta potrà ambire a questo traguardo. Ma senza interruzioni di versamenti, vuoti contributivi o quant’altro che possa minare l’accumulo di una soglia tale da permettere l’uscita anticipata tre anni prima rispetto al requisito di vecchiaia.

C’è anche da dire che il basso livello dei salari in Italia non depone a favore di questo tipo di trattamento. Per ottenere un montante contributivo, come indicato sopra, quindi nettamente superiore alla media, è necessario lavorare più di 20 anni (requisito minimo contributivo). Potrebbero servirne il doppio, se non di più, sempre che si possa vantare una carriera lavorativa ininterrotta.

A questo punto la soglia dei 64 anni di età verrebbe in ogni caso superata, posto che per ottenere un alto livello di retribuzione occorre come minimo una laurea e quindi l’introduzione nel mondo del lavoro avverrebbe tardi. Si andrebbe comunque oltre il requisito anagrafico minimo previsto per l’uscita anticipata.

Da qui l’impossibilità di riuscire a centrare l’obiettivo al raggiungimento dei 64 anni.

Le alternative possibili

Quali alternative alla pensione anticipata a 64 anni allora? Stando alla normativa vigente, il traguardo successivo è quello della pensione ordinaria a 67 anni di età. Vi si può accedere sempre con almeno 20 anni di contributi, ma sarà sufficiente che l’importo della rendita non sia inferiore a quello stabilito per l’assegno sociale. Regola non valida per chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.

In via alternativa, si può accedere alla pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne) a prescindere dall’età. Questo tipo di pensione è valida sia per i contributivi puri che per coloro che ricadono nel regime di calcolo misto. Anche questo tipo di pensione, al pari di quella di vecchiaia, è soggetta a revisione dei requisiti in base all’andamento della speranza di vita in Italia.

Se poi un lavoratore non ha abbastanza contributi (meno di 20 anni) per il diritto alla pensione di vecchiaia, dovrà attendere il compimento dei 71 anni. A quell’età basta avere alle spalle almeno cinque anni di versamenti per ottenere la rendita pubblica che sarà liquidata, però, con il sistema di calcolo contributivo. Se non si hanno nemmeno cinque anni di contributi, si può chiedere all’Inps l’assegno sociale al raggiungimento dei 67 anni di età. Ma non si tratterà di una pensione e il trattamento è di natura temporanea soggetta a redditi e a particolari condizioni del beneficiario.

Riassumendo…

  • Chi può andare in pensione anticipata a 64 anni di età.
  • L’alternativa è la pensione di vecchiaia a 67 anni o anticipata con almeno 42 anni e 10 mesi di contributi.
  • Ultimo traguardo, la pensione a 71 anni o l’assegno sociale.