“Una mattina diversa oggi per chi lavora in banca. Una buona notizia sulla scrivania dei funzionari. Si sblocca la cessione del credito”

Il tg apre con l’annuncio che molte banche aspettavano da tempo. Giovanni resta con il biscotto a mezz’aria. Finalmente la strada si riapre e la grana sta per trovare soluzione.

Si affretta a terminare il caffèllatte per arrivare quanto prima a lavoro e capire, insieme, al capo se quanto ascoltato in tv è vero o è solo, ancora una volta, una mossa del governo destinata a rimanere sulla carta.

Giovanni poggia la sua ventiquattrore sulla scrivania, e senza neanche togliersi la giacca accende il pc e si mette alla ricerca di fonti ufficiali. La notizia è vera. La Camera ha dato l’ok all’emendamento del decreto Semplificazioni. Adesso può chiamare i suoi migliori clienti offrendogli l’opportunità di risparmiare e anche le imprese che potrebbero cedere del credito.

Cessione del credito, dal blocco allo sblocco

Anche se a Camere sciolte e in attesa del voto anticipato del 25 settembre 2022, l’Aula di Montecitorio, nella seduta di ieri, 27 luglio 2022, ha dato il via libera al decreto “Semplificazioni” (decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73) che si avvia così verso la trasformazione in legge. Ora il provvedimento passa al Senato per l’approvazione definitiva. Tra le misure c’è lo sblocco della cessione del credito relativa ai bonus edilizi.

La cosa interessa principalmente le banche, che adesso potranno contare sulla possibilità di monetizzare crediti acquisiti prima del 1° maggio 2022.

Il campo della cessione credito bonus edilizi, ricordiamo, si era notevolmente ridotto dopo che il legislatore, per contrastare i numerosi imbrogli fatti da imprese e professionisti, aveva adottato misure restrittive. Non veniva più permessa la cessione libera.

Era stabilito che il credito proveniente a seguito dell’opzione per lo sconto in fattura o cessione del credito, potesse:

  • essere utilizzato in compensazione
  • oppure essere ceduto a terzi. In tal caso non c’è facoltà di successiva cessione, fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni solo se effettuate a favore di:
    • banche e intermediari finanziari iscritti all’albo
    • società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo
    • imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia.

Il decreto Aiuti, sblocca la cessione

Tutto questo, stava mettendo in ginocchio il settore edilizio.

Le imprese, che avevano concesso sconto in fattura o acquisito crediti avevano difficoltà a monetizzare. Morale della favola, non erano più disposte a prendere crediti. Di conseguenza chi era intenzionato a fare lavori a casa ci rinunciava perché non poteva contare sulla cessione del credito.

La situazione preoccupante ha fatto si che il governo intervenisse riaprendo la strada. In particolare, con il decreto Aiuti, si stabiliva che le banche, ovvero le società appartenenti a un gruppo bancario iscritto all’albo, potessero sempre effettuare la cessione a favore dei clienti professionali privati propri correntisti. Senza, però, facoltà di ulteriore cessione per questi ultimi.

Lo sblocco era limitato alle comunicazioni di prima cessione del credito o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022.

Questo, tuttavia, significava per le banche non poter monetizzare tutte quei crediti comunicati prima di quella data. Ecco, quindi, che l’emendamento al decreto Semplificazioni interviene facendovi rientrare anche i crediti le cui comunicazioni siano avvenute prima del 1° maggio 2022.

Anche se in un certo senso è proprio la cessione del credito ad aver distrutto il bonus 110, comunque, la notizia dello sblocco è positiva.